Neonato sparito nell'Ascolano, il padre risponde al Gip: "Voglio dire tutta la verità..."

22 Luglio 2011   16:53  

"Voglio dire la verità, tutto quello che so". Così Denny Pruscino, operaio trentenne e padre del piccolo Jason - secondo quanto riferisce il suo legale, l'avv. Felice Franchi - ha cominciato a rispondere alle domande del gip Carlo Calvaresi durante l'udienza di convalida del fermo suo e della moglie Katia Reginella, per la scomparsa del loro figlioletto di due mesi e mezzo, di cui non si hanno notizie da un mese.

In realtà Pruscino ha fornito varie versioni sull'accaduto: dalla prima insieme alla moglie - "l'abbiamo nascosto perché non ce lo togliessero" -, all'ammissione di averlo trovato morto "disteso sul letto" al ritorno a casa dal lavoro fino a quella di oggi: secondo lui Jason è vivo, anzi ne è talmente convinto da avere fornito indicazioni ed elementi per rintracciarlo, su cui ha immediatamente cominciato a lavorare, nel più stretto riserbo, il sostituto procuratore Carmine Pirozzoli.

Durante l'interrogatorio, Pruscino ha anche ammesso di non essere il padre biologico del bambino (nato da una relazione di Katia Reginella con un ragazzo di qualche anno più giovane, ndr).

"Non è figlio mio - ha detto -, ma è come se lo fosse". E ha dato anche una spiegazione sulle frasi intercettate tra marito e moglie in cui si parla di una possibile fuga o allontanamento di Katia: "speravo che lei partisse per andare da Jason". Il quale per altro, allattato artificialmente, non avrebbe comunque bisogno della presenza costante della madre.

Pruscino, secondo il suo legale, "é una persona lucida che lavora e che non ha problemi di droga o alcol". Le sue dichirazioni di oggi, "senza creare false illusioni", aprono uno spiraglio. "La speranza di tutti è che il bimbo sia ritrovato"


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