Neonato sparito nell'Ascolano, proseguono le ricerche del piccolo Jason

21 Luglio 2011   22:06  

Più passano le ore più resta accesa una fiammella di speranza di ritrovare vivo il piccolo Jason, di appena due mesi e mezzo. Partorito il 9 maggio scorso da una donna di 24 anni, Katia Reginella, abruzzese residente a Folignano (Ascoli Piceno) che ieri "pallida e stremata" secondo il suo legale, avv. Francesco Ciabattoni, "determinata ma non completamente presente a se stessa", secondo chi ne ha seguito l'interrogatorio ha ammesso con i carabinieri di Ascoli che il bimbo è morto a seguito di una caduta accidentale.

Ora è in carcere, in stato di fermo, con il marito Denny Pruscino, un operaio di 30 anni. La donna ha detto che il piccolo le è scivolato di mano, che ha tentato di rianimarlo, ma inutilmente. Allora ha preso il corpicino ed è andata a seppellirlo distante dal luogo in cui abita, sotto un albero in una bosco a Catel Trosino. Ma le ricerche non hanno dato ancora alcun esito. Inquietanti però le frasi captate da una 'pulce' piazzata nell'auto della coppia: "Finalmente ce ne siamo sbarazzati, siamo davvero due menti criminali".

La donna, poi, avrebbe aggiunto: "Adesso io scrivo una lettera in cui fingo di ammazzarmi e invece scappo in Svizzera". E in effetti, quando è stata fermata, la donna aveva con sé una valigia: in Svizzera vive un fratellastro. Del piccolo non si avevano notizie da alcuni giorni. Per questo erano scattate le ricerche, anche perché quella di Katia e Denny è considerata una famiglia problematica, difficile. I due si sono sposati il 26 giugno scorso, poco dopo la nascita di Jason, che però non è il loro primo figlio.

La coppia ne ha avuti altri due: una femminuccia che ora ha 3 anni e un bambino di 5, entrambi sottratti alla patria potestà dei genitori dal Tribunale dei minori di Ancona che proprio ieri aveva preso la stessa decisione per il terzogenito. Il fratello maggiore è rimasto praticamente invalido dopo essere scivolato nella vasca mentre la mamma gli faceva il bagnetto, questa la versione della donna; la bambina sarebbe nata con un problema congenito (una stenosi ipertrofica del piloro) che in pratica le impediva di mangiare.

La bimba era denutrita e per questo, per il legale, era stata portata dai genitori da diversi pediatri e specialisti nutrizionisti. Era stata poi operata nell'ospedale pediatrico Salesi di Ancona e successivamente anch'essa tolta ai genitori poiché ritenuti non in grado di crescerla. Sulla vicenda erano state aperte due inchieste, archiviate su richiesta dello stesso pm perché non erano emerse responsabilità a carico della coppia. Per il più piccolino, i genitori si erano premurati di trovare un pediatra perché il bimbo aveva l'ittero.

Un comportamento adeguato, che non lasciava presagire il dramma che si sta consumando ora. Il bimbo piangeva, ricorda ora un vicino, poi, all'improvviso, il silenzio. "Se sono state ravvisate situazioni di fragilità in questa famiglia - dice adesso Ciabattoni - mi domando perché non le sia stato assicurato un sostegno immediato dopo la nascita del bambino. E' mancata una situazione di collegamento e di solidarietà". Ma il sindaco di Folignano Angelo Flaiani non ci sta, e dice che i servizi sociali si sono attivati subito (il 19 maggio), avvisando le autorità competenti, come pure il consultorio.

Poche ore prima di finire in carcere con l'accusa di maltrattamenti in famiglia, abbandono di minore e occultamento di cadavere, i genitori del piccolo avevano assicurato al loro avvocato che il bambino stava bene, e che lo avrebbero mostrato solo quando avessero avuto la certezza che non sarebbe stato tolto loro anche lui. Poi la situazione è precipitata. Il pm Carmine Pirozzoli ha disposto il fermo, e ora il gip deve convalidare l'arresto. La speranza è che i due parlino, dicano dov'é finito davvero il bambino. Magari lo hanno affidato o venduto, questo almeno si spera, come se fosse un piccolo pacco.


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