Non bastano i soldi per le case E: a chi conviene?

Intervista a Francesco Laurini, Cna

29 Ottobre 2010   14:12  

E' trascorsa una settimana dalla denuncia dell'Ordine degli Ingegneri sulla insufficienza dei fondi previsti per la ristrutturazione delle Case E. I proprietari, avevano avvertito, saranno costretti in molti casi ad integrare anche con parecchi soldi l'intervento. L'ordinanza di Protezione civile nel fissare infatti il costo a metro quadro per la ricostruzione delle case E rimanda ad una delibera di Giunta dove, riferendosi ad altra materia, gli appalti per le case popolari, definisce un costo massimo di 1.180,00 €/mq. Ma questa delibera fa riferimento alla superficie netta e non quella lorda. 

Fonti vicine alla Struttura commissariale avevano fatto sapere che presto si sarebbe intervenuti, assicurando che si è trattata di una spiacevole svista, annunciando  incontri chiarificatori con le associazioni di categoria.

Francesco Laurini, presidente provinciale della Cna-Costruzioni, però ammette ai nostri microfono che lui di questi incontri non ha saputo nulla.

E conferma che nessun ripensamento ha avuto luogo, e invoca pertanto un intervento immediato, perché a queste condizioni difficilmente si potranno presentare i progetti e potranno partire i cantieri.

Occorre farsi due conti per capire l'importanza decisiva della questione, per il futuro della città.

Il fatto che lo Stato attribuisce 1180 euro netti a metro quadro e non lordi in soldoni significa questo: per una casa in cemento armato, il finanziamento non coprirà su 1.000 metri quadri ben 150 metri, per una casa in muratura, cioè la quasi totalità delle case E nei centri storici, la parte scoperta sarà circa di 450 metri quadri, perché i muri e parti calpestabili occupano molta più superficie.

E dunque per una casa in muratura lo Stato in realtà finanzia ad oggi per i lavori di ristrutturazione 800 euro a metro quadro, e non 1180 euro. Perchè la cifra andrà spalmata su una superficie più estesa.

Vediamo ora quali sono i costi obbligatori e minimi per poter rientrare a vivere in casa E a seguito della ristrutturazione:

Interventi murari e miglioramento sismico: oltre a rimettere su muri esterni e tramezzi è obbligatorio portare il fabbricato a non meno del 60% del suo grado di sicurezza sismica. Il 100% di sicurezza sismica è impossibile in una struttura in muratura, il 60% è il massimo che si può ottenere, e comunque garantirebbe ala struttura di reggere senza crolli ad una scossa pari a quella del sei aprile. 2009.Questo significa rinforzare con staffe gli angoli e le giunture, in gergo ammorsamenti ai maschi murari cioè una sorta degli angoli. con reti e intonaci fibro-rinforzata, con ficchi passanti per collegare reti interne d esterne. Il costo a metro quadro di tutto ciò è di circa 800 euro a metro quadro.

Le finiture: ovvero rifare i pavimenti, gli impianti, gli intonaci, le pitture, gli infissi e così via. Sono altri 500 euro a metro quadro.

Gli elementi di pregio: non dimentichiamo che sono tantissime le abitazione E dei centri storici che hanno elementi ti architettonici di altissimo pregio. E ricostruirsi, non a beneficio del proprietario, ma dell'umanità ha un costo aggiuntivo anche significativo, di parecchie centinaia di euro.

Con quello che finora vuole dare lo Stato si copre dunque neanche la metà del costo minimo di intervento. Eppure il governo aveva detto che la ricostruzione sarebbe stata finanziata al 100% almeno per le prime case dei residenti, come del resto avvenuto  dopo i terremoti dell'Irpinia, del Friuli, delle Marche e dell'Umbria 

Il resto lo dovrà tirar fuori dalle tasche il proprietario. In molti casi bisogna supporre che le tasche suddette siano vuote o quasi. E allora cosa potrebbe accadere?

Per capire facciamo un esempio concreto: il proprietario di una casa di pregio del centro storico, poniamo un pensionato, o una famiglia monoreddito, non avendo i soldi per integrare il costo di ristrutturazione, potrebbe essere indotta a limitare gli interventi a quelli coperti dal finanziamento, gli 800 euro per gli interventi murari e il miglioramento sismico. Per poi vendere la casa così com'è ad un costo anche di un terzo rispetto al valore che aveva prima del terremoto. E ricordiamo che un appartamento in un palazzo storico del centro dell'Aquila valeva anche 5000 euro a metro quadro. Riscattando, questa è la speranza di molti post-terremotati, l'appartamento del Progetto getto Case, oppure comprando un appartamento in una palazzina di periferia.

Si tratta dunque una svista il pasticciaccio dell'Ordinanza che facendo riferimento alla delibera di giunta attribuisce un prezzo non congruo per la ricostruzione, oppure c'è un disegno dietro, ovvero quello di porre le basi per una svendita della città a miglior offerente? O il peggiore, a seconda dei punti di vista?

FT


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