Basteranno i soldi previsti dal finanziamento statale, in teoria con copertura al 100%, per ristrutturare le migliaia di case classificate E del cratere e dei centri storici devastati dal sisma?
Secondo ordine degli ingegneri dell'Aquila la risposta è ad oggi negativa. Potrebbero non bastare, e i proprietari saranno costretti in molti casi ad integrare anche con parecchi soldi l'intervento. Cerchiamo di capire il perchè: l'ordinanza di Protezione civile che fissa per il costo a metro quadro per la ricostruzione delle case E rimanda ad una delibera di Giunta dove, riferendosi ad altra materia, gli appalti per le case popolari, definisce un costo massimo di 1.180,00 €/mq.
Ma questa delibera fa riferimento alla superficie netta e non quella lorda. Ovvero alla superficie calpestabile, esclusi i muri, e oltre a ciò a una parte degli spazi comuni come le scale e pianerottoli. Nel calcolo della superficie si calcola infatti solo un paino di scale, anche per un condominio a più piani.
Non si fa poi nessun riferimento alle superficie commerciali, direzionali e per uffici.
A conti fatti il finanziamento a metro quadro dovrà essere spalmato su una superficie ben maggiore, lorda e non netta.
Morale della favola non a lieto fine: un proprietario di casa potrebbe essere costretto a integrare anche il 40% del costo dell'intervento, ariamo anche di decine di migliaia di euro. Missione impossibile per molti pensionati, e per i cassintegrati e i disoccupati, circa 10mila, secondo le ultime stime.
Da qui l'appello dell'Ordine degli ingegneri: a queste condizioni la ricostruzione sarà a macchia di leopardo, i pazzi del centro rimarranno mezzi vuoti e inagibili, molte attività non riapriranno le saracinesche.
La ricostruzione rischia anzi di non a partire proprio perchè non si troveranno le ditte disposte a lavorare a questi costi. La Struttura di gestione dell'emergenza sembra essere consapevole del problema, e già in queste ore sono in corso incontri con i professionisti.
