Oblivion: un film da dimenticare

Recensione film

02 Maggio 2013   09:45  

Genere: Azione, Fantascienza, Avventura

Regia: Joseph Kosinski

Cast: Tom Cruise, Morgan Freeman, Nikolaj Coster-Waldau, Olga Kurylenko, Zoe Bell, Melissa Leo, Andrea Riseborough

Durata: 130 Min

Voto:0

Siamo nel 2073 e la Terra come la conosciamo non esiste più: devastata da un'invasione aliena che ha costretto gli umani a scappare, il pianeta è ormai disabitato. Unici superstiti che ancora vivono su di esso sono Jack Harper (Tom Cruise) e sua moglie Victoria (Andrea Riseborough): due operai incaricati di aggiustare dei droni, che danno la caccia agli invasori alieni. L'arrivo imprevisto di Julia (Olga Kurylenko), unica sopravvissuta all'impatto aereo della navicella su cui viaggiava, e la scoperta dell'esistenza di altri uomini sulla Terra metterà in discussione tutte le certezze di Jack.

Per il suo secondo lungometraggio, dopo "Tron: Legacy", Joseph Kosinski sceglie il genere fantascientifico e utilizza una storia che lui stesso aveva scritto qualche anno prima, quando di regia cinematografica era del tutto a digiuno. Era il 2005 quando un squattrinato Joseph Kosinski trasferitosi da poco a Los Angeles decide di scrivere un soggetto per un film, che parla di un futuro post apocalittico. All'epoca, però, i tempi non erano maturi per proporre un'opera cosi ambiziosa agli studios Hollywoodiani, così Kosinski decide di trasformare la storia in una grafic novel. Anni dopo una star del calibro di Tom Cruise, incuriosita dagli splendidi scenari illustrati dal disegnatore (Andreè Wallin), proporrà al neo regista di portarla sul grande schermo.

Purtroppo, è proprio il caso di dirlo, l'inesperienza di Kosinski, sia dal punto di vista della sceneggiatura che della regia, risulta piuttosto evidente. Il film si apre con la voce fuori campo del protagonista, che svela praticamente tutto riguardo l'antefatto e non lascia allo spettatore un briciolo di curiosità: quello che è avvenuto è ben chiaro, quello che accadrà facilmente intuibile. Tranne per piccoli, sporadici, avvenimenti che destano un pizzico di stupore (immediatamente distrutto dall'irrazionalità dei fatti che conseguono agli stessi), il film è piatto almeno quanto la caratterizzazione dei personaggi e la performance degli attori che li interpretano. Il carattere solenne e austero della narrazione, purtroppo, non permette di sorvolare sulle tante (troppe) faglie del plot, che sarebbero magari passate inosservate se si fosse tentato un approccio differente (soprattutto visto che ci muoviamo sul terreno della fantascienza, per antonomasia il più consono alla narrazione di eventi surreali).

       

Per ciò che riguarda le prove artistiche, è triste ammetterlo per chi ha sempre avuto un occhio di riguardo per un grande attore come Tom Cruise, ma in questo caso l'interpretazione della star hollywoodiana lascia molto a desiderare; altrettanto, se non peggio, fa Olga Kurylenko, che nel film ha il ruolo di Julia (la moglie ritrovata del protagonista): l'ex modella ucraina mantiene, per tutto il film, l'espressività tipica di una top model, facendo rimpiangere a tutti noi il suo passaggio dal mondo delle passerella a quello del grande schermo. Lode invece all'algida Andrea Riseborough, che nei panni di Victoria ci regala un'interpretazione intensa e comunicativa: l'unica di tutto il film.

Per il resto, che dire? A una trama che fa acqua da tutte le parti si affianca una regia anonima, che si limita letteralmente a registrare i movimenti dei personaggi senza porre l'accento sui momenti significativi, incuriosire o creare un minimo di suspance; anche la scelta di usare il meno possibile il green screen e girare quasi completamente in studio, contribuisce ad aumentare il senso di inverosimiglianza dell'oggetto d'osservazione, invece di ottenere l'effetto contrario (in alcune riprese di combattimenti aerei sembra quasi di trovarsi di fronte ai primi episodi di Star Wars, che, al giorno d'oggi, appare piuttosto patetico). Pollice in su, invece, per le scenografie mozzafiato e i costumi, che però non bastano a salvare un film decisamente da dimenticare.

di Maria Rita Graziani


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