Olio: grazie al decreto del Ministro De Castro ora l´etichetta d

12 Ottobre 2007   16:34  
"Finalmente dopo anni di battaglie in piazza e in Parlamento grazie alla mobilitazione della Coldiretti i cittadini potranno sapere da dove proviene l´olio che consumano tutti i giorni". È quanto ha affermato il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, nel commentare positivamente l´emanazione da parte del Ministro delle Politiche Agricole Paolo De Castro del decreto sull´obbligo di indicare in etichetta la provenienza delle olive impiegate nell´olio vergine ed extravergine. L´annuncio è stato dato ieri nel corso della manifestazione della Coldiretti con centinaia di agricoltori a Piazza Navona, dove sono stati portati olivi e frantoio per offrire l´olio nuovo che sarà il primo a essere imbottigliato con l´indicazione di origine obbligatoria in etichetta. "Di fronte alla necessità di tutelare la salute e la trasparenza dell´informazione ai consumatori, ma anche per fermare le frodi e gli inganni, l´emanazione del decreto a prescindere dal parere della commissione europea - ha precisato Marini - è un importante atto di responsabilità del Ministro". L´obbligo di indicare la provenienza delle olive impiegate in etichetta previsto dal decreto, spiega la Coldiretti, è un contributo alla trasparenza per impedire di "spacciare" come Made in Italy miscugli di olio spremuto da olive spagnole, greche e tunisine, senza alcuna informazione per i consumatori. Un rischio reale se si considera che nei primi sei mesi del 2007 si è verificato un aumento record del 30% degli arrivi di olio di oliva estero proveniente soprattutto da Spagna, Tunisia e Grecia, mentre la produzione nazionale è stimata dall’associazione in calo del 10% rispetto allo scorso anno su valori di poco superiori ai 5 milioni di quintali. Di fatto, oltre la metà dell´olio "italiano" venduto sul territorio nazionale è spremuto da olive di cui non si conosce la provenienza che ora, grazie al provvedimento, dovrà invece essere indicata in etichetta per fare finalmente chiarezza e consentire ai consumatori di fare scelte di acquisto consapevoli. Il decreto, riferisce sempre la Coldiretti, prevede che sulle confezioni di olio d´oliva vergine ed extravergine siano indicati obbligatoriamente lo Stato nel quale le olive sono state raccolte e dove si trova il frantoio in cui è stato estratto l´olio. Se le olive sono state prodotte in più Paesi, questi andranno tutti indicati. E per i trasgressori sono previste multe fino a 9.500 euro. L´obbligo di indicare l´origine in etichetta consente anche di salvaguardare l´identità territoriale di un prodotto che è alla base della dieta mediterranea di fronte a un preoccupante calo dei consumi familiari che, in quantità, nei primi sette mesi del 2007, secondo i dati Ismea Ac Nielsen, si sono ridotti dell܉,2%. La norma per l´indicazione di origine in etichetta consente di verificare, oltre al marchio, la reale origine delle olive impiegate e quindi anche di valorizzare gli oliveti italiani che possono contare su 250 milioni di piante, molte delle quali secolari o situate in zone dove contribuiscono al paesaggio e all´ambiente. Non va dimenticato che l´Italia è il secondo produttore europeo di olio di oliva, con due terzi della produzione extravergine e con 38 denominazioni (Dop/Igp) riconosciute dall´Unione Europea, che sviluppano un valore della produzione agricola di circa 2 miliardi di euro e garantiscono un impiego di manodopera per circa 50 milioni di giornate lavorative. Dal punto di vista commerciale, conclude la Coldiretti, nel 2006, a fronte di una produzione stimata in 630mila tonnellate, le importazioni di 430mila tonnellate superano nettamente le esportazioni pari a 280mila tonnellate. (aise)

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