Omicidio Ateleta: Guerra, ho nutrito dubbi su Di Bucci

03 Ottobre 2011   20:12  

"La mia assistita ha pubblicamente affermato di aver nutrito dubbi sul suo amante Antonio Di Bucci in relazione al presunto omicidio del marito Giuseppe Petrilli, tanto che l'incertezza sull'eventuale responsabilita' del suo amante la spinse a lasciarlo, cosi' come risulta dai verbali". Lo riferisce Giuseppe Merlino, legale di Rita Guerra, a margine dell'udienza tenuta oggi in Corte d'Assise a L'Aquila, dove la sua assistita e' imputata in concorso con l'ex amante Antonio Di Bucci per l'omicidio volontario, occultamento e distruzione del cadavere di suo marito, Giuseppe Petrilli.

La difesa dei due imputati, Giuseppe Merlino per Rita Guerra e Paolo Marino per Antonio Di Bucci, nell'udienza ha sottolineato nuovamente l'incongruita' della tesi della pubblica accusa in relazione ai tempi e alla modalita' di esecuzione del presunto omicidio. Il processo e' stato aggiornato al 4 novembre per le repliche di accusa e parte civile, con le conclusioni affidate alla difesa, giorno in cui la camera di Consiglio potrebbe emettere la sentenza.

Tutto risale al 7 dicembre del 2003, quando il corpo di Giuseppe Petrilli fu trovato carbonizzato nella sua Fiat Panda in una scarpata al chilometro 8 della strada provinciale 84, nei pressi di Pietransieri, tra Roccaraso, dove lavorava e Ateleta, dove viveva. Inizialmente si penso' a un incidente dovuto al ghiaccio, ma alcune impronte sulla neve fresca e il corpo di Petrilli rinvenuto all'interno del bagagliaio dell'auto incendiata indussero gli investigatori a seguire la pista dell'omicidio. I primi riscontri arrivarono dall'autopsia effettuata sei mesi dopo il fatto, quando emerse che Petrilli poteva essere morto in seguito a un colpo alla testa e che gli arti superiori erano mancanti. Petrilli, stando all'accusa, sarebbe stato ucciso nel garage della sua abitazione per poi simularne il decesso nell'incidente d'auto.


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