Omicidio Fadani, la difficile fiducia nella giustizia

Dopo la scarcerazione di Spinelli parla un testimone

11 Marzo 2010   06:33  

A quattro mesi dall'omicidio di Emanuele Fadani, il 37enne ucciso da tre rom con tre pugni al volto nella notte fra il 10 e l'11 novembre 2009 ad Alba Adriatica, a rompere il silenzio è un suo amico, che era insieme a lui quella notte terribile e che ora esprime tutta la sua indignazione per la decisione del Gip del tribunale di Teramo, che poco più di una settimana fa ha scarcerato per "assenza di gravità indiziaria" Sante Spinelli, uno dei giovani rom che avrebbe partecipato al pestaggio.

Abbiamo ritenuto opportuno pubblicare la lettera, inviataci firmata, senza il nome dell'autore.

 

Sono deluso, indignato e offeso dopo la notizia della scarcerazione di Sante Spinelli. Da quel giorno maledetto di quattro mesi fa, la mia vita è cambiata, non so perché sono vivo e oggi rischio di incontrare di nuovo uno dei carnefici.
Le menzogne ripetute anche in televisione, dove hanno in coraggio di mostrarsi pentiti e nello stesso tempo di mentire: quella notte il Sante Spinelli non ha fatto la respirazione a bocca a bocca, versava acqua sul viso di Emanuele per togliere il sangue. Sangue ovunque, quei momenti tornano come incubi tutte le notti: quando praticavo il massaggio cardiaco, la respirazione a bocca a bocca al mio Amico Emanuele, ma non rispondeva perché l'avevano ammazzato, loro erano lì, in piedi, fermi come statue: avete colpito alle spalle.
Per fortuna che c'è IL VIDEO e spero che un giorno sia reso pubblico.
Ora devono solo pagare materialmente con il carcere e moralmente per tutta la vita.
Voglio credere nella Giustizia !!!
Il Procuratore della Repubblica, ha respinto per ben quattro volte la richiesta di  scarcerazione !!! Un motivo ci sarà!
Lo stesso motivo che ci condurrà ad una pena certa e giusta.


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