Omicidio Rea: Ascoltati nuovi testimoni, aperti vari filoni d'indagine

Delitto passionale e d'impeto

01 Maggio 2011   21:31  

Inquirenti e investigatori al lavoro anche oggi, nonostante la giornata festiva, per l'inchiesta sull'omicidio di Carmela Melania Rea, la ventinovenne di origini campane, scomparsa il 18 aprile sul pianoro del Colle San Marco di Ascoli Piceno (dove si trovava con il marito e la figlioletta di 18 mesi) e ritrovata due giorni dopo uccisa a coltellate vicino al Chiosco della Pineta nel Teramano.

Oggi non ci sono stati sopralluoghi, perché "non è stato necessario" secondo il col. Alessandro Patrizio, comandante provinciale dei carabinieri di Ascoli Piceno.

Ma sono state state sentite per la prima volta altre persone informate sui fatti, mai interpellate dai carabinieri e non appartenenti ai contesti esaminati sino ad oggi: ambiente familiare e sociale della coppia formata da Melania e dal marito Salvatore Parolisi e ambiente di lavoro di lui, che è caporalmaggiore dell'esercito, in servizio presso il Rav Piceno.

Nessuna svolta nell'inchiesta - secondo il col. Patrizio - "stiamo seguendo vari filoni di indagine", come è stato detto ufficialmente sin dall'inizio. Si attendono però i risultati del lavoro del Ris sui tanti reperti raccolti sul San Marco e soprattutto nel Bosco delle Casermette (Teramo), dove fu scoperto il cadavere di Melania e dove, secondo il racconto del marito, la coppia avrebbe vissuto un momento di intimità una decina di giorni prima.

Risultati che potrebbero cominciare ad arrivare, in modo informale, già da domani e che potrebbero indirizzare l'inchiesta verso un'altra direzione. Il comandante dei carabinieri non commenta l'ultima notizia trapelata sull'assenza di tracce di Dna di Parolisi e della moglie sull'involucro esterno di una siringa da insulina piantata nel seno della donna.

Una siringa, che insieme ad un laccio emostatico abbandonato vicino al corpo e ad un segno sulla coscia a forma di svastica, ha fatto pensare ad un goffo tentativo di depistaggio. Patrizio conferma che la siringa "non ha avuto alcun ruolo" nella morte della donna, ma che "il motivo per cui era lì non è chiaro".

E rimane in piedi la possibilità che a colpire sia stata una mano femminile: "non abbiamo motivi per escludere questa ipotesi" chiosa il col. Patrizio. E nonostante gli appelli degli investigatori, sinora non si sono fatti avanti né l'anonimo autore della telefonata da un apparecchio pubblico a Teramo che segnalava il cadavere al Bosco delle Casermette.

Né la persona che acquistò il 18 aprile, qualche ora prima della sparizione di Melania, un panino e una bibita in un panetteria del Teramano, lasciando poi lo scontrino nel cestino dei rifiuti vicino al Chiosco della Pineta.


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