Omicidio Rea: Il coltellino rinvenuto non è l'arma del delitto, i RIS continuano ad indagare

02 Maggio 2011   21:03  

E se Melania Rea, il 18 aprile, non fosse mai stata sul pianoro di Colle San Marco ad Ascoli?

E' uno degli interrogativi sotto traccia che dal 20 aprile, giorno del ritrovamento del cadavere nel bosco di Ripe di Civitella (Teramo), accompagnano l'ampio ventaglio di accertamenti disposti dalla procura di Ascoli Piceno.

Anche oggi sono stati riascoltati il titolare del chiosco accanto al quale sorgono i bagni pubblici nei quali Melania, così ha raccontato il marito Salvatore Parolisi, non voleva andare, preferendo quelli del ristorante il Cacciatore (dove però nessuno l'ha vista arrivare), e alcuni degli studenti della terza classe dell'Istituto per geometri, che in gita sul pianoro, avevano riferito di aver visto una donna e una bambina nel parco giochi.

Si cerca di ricostruire i movimenti della donna, e se davvero, quella in pantaloni chiari e giubbetto scuro vista da lontano fosse Melania. Il coltello di piccole dimensioni, con la lama affilata (non un coltello da cucina) con cui la giovane mamma è stata uccisa, non si trova ancora.

Non è il coltellino da cercatore di funghi recuperato da un volontario della Protezione civile che aveva partecipato alle ricerche nei boschi, e che nei giorni scorsi è stato consegnato a chi indaga.

Esaminato ai carabinieri del Ris incaricati degli accertamenti tecnici, non sembra collegabile al delitto. Così come la siringa già usata da qualche tossicodipendente che l'assassino o gli assassini hanno piantato nel seno della vittima, probabilmente dopo averla raccolta da terra.

Un'evidente messinscena, ha confermato il Ris, che ha individuato sull'involucro esterno il Dna di un uomo e una donna estranei alla vicenda. Nuovi sopralluoghi e nuovi interrogatori si sono svolti anche oggi: stando a voci non confermate sarebbe stata sentita, in Puglia, anche una soldatessa che ha frequentato il Rav Piceno con il caporalmaggiore Parolisi come istruttore.

Un gran lavoro di riscontri e verifiche incrociate che non farebbe presagire una svolta immediata nelle indagini, anche se la procura si muove nel consueto profilo di riserbo.

I primi risultati degli accertamenti del Ris stanno arrivando a macchia di leopardo, e, come spiega uno degli investigatori, "si interroga chiunque abbia occhi", e possa aver visto o percepito qualcosa che aiuti a individuare l'omicida, ed eventuali complici.


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