Un dettaglio particolarmente odioso emerge dalla perizia medico legale sul corpo di Melania Rea: l'assassino, dopo averla uccisa, tornò sul luogo del delitto e per inquinare le prove la colpì di nuovo con un'altra arma, non una lama, comunque diversa da quella con lui l'aveva uccisa e di cui probabilmente si era già disfatto. Per far questo, scostò le mani che la povera donna aveva ancora riunite sul petto per difendersi dai colpi mortali e affondò l'arma sul cadavere.