Omicidio Rea: Nessuna iniziazione sessuale in caserma

23 Maggio 2011   21:25  

"Decisamente fantasiose", "ipotesi destituite di ogni fondamento", le voci su "presunti riti di iniziazione a sfondo sessuale in caserma, case di appuntamento in città".

Nel giallo dell'omicidio di Melania Rea, moglie del caporalmaggiore dell'Esercito Salvatore Parolisi, istruttore di soldatesse al 235/o Rav Piceno, c'é, da settimane, anche questo retroterra di sussurri di paese e ipotesi circolate sul web.

Oggi il comandante provinciale dei carabinieri di Ascoli Piceno, il col. Alessandro Patrizio, che svolge indagini di polizia giudiziaria sul caso, smentisce che queste voci siano suffragate "anche solo in minima parte dalle testimonianze raccolte finora nell'ambiente militare" dove Parolisi lavora.

"E guardi - premette parlando con l'ANSA -, non perché ci sia da parte nostra, come militari, il tentativo di tutelare l'istituzione. Stiamo cercando l'assassino di una donna che è stata massacrata in modo barbaro, qualcuno che dovrà pagare le conseguenze di quel che ha fatto, chiunque sia".

"Nella caserma 'Clementi' siamo entrati, per così dire, energicamente, abbiamo fatto tutti i riscontri e le domande possibili, ma dalle numerose audizioni di soldatesse e soldati raccolte finora, non é emersa neppure una sola voce che faccia pensare a uno scenario del genere".

Quattro militari sono stati ascoltati oggi, la soldatessa Ludovica, con cui Parolisi ha intrecciato una relazione extraconiugale è stata già ascoltata due volte, ed è stata sentita anche un'altra recluta ventiseienne, flirt aggiuntivo, in questo caso breve, avuto dal marito di Melania.

Ma, a quanto é dato capire, entrambe le storie sentimentali rientrerebbero nella sfera dei comportamenti privati di Salvatore, non in una sorta di routine di caserma. Per il col. Patrizio, va da sé che si indagherebbe sull'ambiente di lavoro di Salvatore Parolisi "pure se lavorasse in un convento di uomini", così come "indaghiamo in tutti gli ambienti frequentati da lui e da Melania".

Il caporalmaggiore non è indagato, ma si è contraddetto su vari particolari della supposta sparizione di Melania il 18 pomeriggio dal pianoro di Colle San Marco, e ha taciuto elementi importanti, come appunto, le proprie amicizie femminili.

Non è escluso che venga risentito dai pm, anche se al momento una nuova audizione non è programmata, mentre si è in attesa che l'anatomopatologo Adriano Tagliabracci consegni la relazione definitiva sull'autopsia di Melania, e i carabinieri del Ris i referti sul centinaio di reperti esaminati (abiti, scarpe, oggetti di Melania e Salvatore, anche se all'appello mancherebbe un orologio della donna), e il Ros gli accertamenti sul traffico telefonico di vari cellulari.

La sensazione tuttavia è che la 'prova regina' non sia alle viste. Soprattutto, resta senza risposta l'interrogativo chiave: Melania è stata realmente a Colle San Marco, come sostiene Salvatore?

Nessun testimone può dire con certezza di averla vista, quel giorno c'erano altre 'Melanie', donne che come lei indossavano un giubbetto scuro e dei pantaloni chiari, a confondere le idee del gestore del chiosco bar del pianoro.

Se fosse stata viva, domani Melania avrebbe compiuto 29 anni: a Somma Vesuviana le amiche e la famiglia organizzeranno una fiaccolata per chiedere "giustizia e verità".


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