Omicidio Rea: proseguono gli interrogatori delle persone informate sui fatti

20 Maggio 2011   18:10  

Proseguono anche oggi al comando provinciale dei carabinieri di Ascoli Piceno le audizioni di persone informate sui fatti nell'ambito dell'inchiesta per l'omicidio di Melania Rea, la casalinga di Somma Vesuviana scomparsa il 18 aprile e trovata uccisa a coltellate in un bosco del Teramano due giorni dopo.

Oggi il sostituto procuratore Cinzia Piccioni ha sentito un sottufficiale in servizio al 235/o Rav Piceno di Ascoli dove lavora anche Salvatore Parolisi, marito di Melania, sempre al centro dell'attenzione degli investigatori che indagano per l'efferato omicidio della moglie.

Verrà sentita nei prossimi giorni un'altra soldatessa che, secondo quanto anticipa oggi La Stampa, avrebbe avuto una relazione con Parolisi. Un caso ben diverso, eventualmente, da quello di Ludovica P. che ha rivelato nelle scorse settimane una duratura relazione con il caporalmaggiore, ammessa da lui con gli inquirenti.

Si sarebbe trattato di una avventura occasionale, per altro tutta da verificare, e comunque scarsamente attinente all'indagine, se non per il fatto che confermerebbe che Salvatore non era un marito fedele. Maggiore attesa c'é per l'analisi del materiale sequestrato nel corso della perquisizione di ieri a casa di Melania e Salvatore a Folignano. In particolare saranno analizzati a fondo dai carabinieri di Ris e Ros lo zaino tattico del militare e un plaid che la famiglia utilizzava per i picnic. Si ridimensiona intanto il giallo sulla conoscenza del sottufficiale della scena del delitto a Ripe di Civitella. Il militare certamente non ha riconosciuto il bosco da foto scattate dall'amico Raffaele Paciolla (che ha sempre negato di averlo fatto), né da altri, ma dalla descrizione di massima che gli è stata fatta e sufficiente a capire che in quel posto c'era già stato con la moglie e per le "continuative" in ambito militare.

Secondo fonti investigative non risulta poi che Parolisi abbia invece mai descritto con precisione la posizione del cadavere, che non poteva conoscere, non essendo stato sul posto al momento della scoperta del corpo, ma solo due giorni dopo per un sopralluogo con inquirenti e investigatori.


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