Omicidio Rigante: Ciarelli non risponde agli inquirenti. In città cresce l'allerta
Si è avvalso nuovamente della facoltà di non rispondere alle domande degli inquirenti, Massimo Ciarelli, lo zingaro di 29 anni accusato di aver ucciso lo scorso primo maggio a Pescara con un colpi di pistola Domenico Rigante, l’ultras biancazzurro di 24 anni padre di una bimba di pochi mesi, al termine di un assalto nella sua abitazione in Via Polacchi.
Gli avvocati del rom pescarese un legale di foggia ed uno del capoluogo di regione, si sono recati stamani nel carcere di Vasto dove il Ciarelli è rinchiuso da sabato scorso per l’interrogatorio di garanzia davanti al PM di Pescara Salvatore Campochiaro e al Gip di Chiei , Antonella Redaelli, competente per la convalida del fermo avvenuto a Francavilla al Mare. Intanto in città cresce la tensione dopo i fatti di sangue. Una spedizione punitiva è fallita la scorsa notte al Bingo Orione di Montesilvano con una ventina di persone a caccia degli zingari. Domenica scorsa la sassaiola nel quartiere Rancitelli contro le abitazioni di alcuni rom. I Carabinieri di Montesilvano coordinai dal comandante Enzo Marinelli sono impegnati nel far chiarezza sulla spedizione punitiva della scorsa note.
Al vaglio degli inquirenti le immagini riprese dalle telecamere a circuito chiuso situate su alcuni edifici intorno al Bingo per il riconoscimento dei componenti della spedizione punitiva. C’erano anche degli individui a volto scoperto. Cresce lo stato di allerta per questo nuovo episodio di intolleranza verso la comunità rom che segue di pochi giorni la tentata spedizione punitiva di domenica mattina quando, alla testa del corteo che si dirigeva verso il quartiere Rancitelli a Pescara, dove da anni vivono numerose famiglie di zingari del capoluogo adriatico, si erano posti gli esponenti di Forza Nuova proprio di Montesilvano. L'ipotesi di reato va da minacce a quella, molto più grave, di discriminazione razziale. A breve dovrebbe essere aperto un fascicolo in Procura sull'episodio.
