Omicidio Strever, Maathaoui rischia fino a 30 anni di carcere

In tarda mattinata la sentenza

22 Ottobre 2013   11:39  

Grande attesa presso il Tribunale di Vasto per l'esito del processo a carico di Hamid Maathaoui, il 36 marocchino reo confesso dell'omicidio della pensionata 68enne Michela Strever la mattina del 19 dicembre 2012.

L'uomo, accusato di omicidio aggravato e rapina, rischia una condanna da 24 a 30 anni di carcere, ha confessato di aver legato e poi aggredito a calci e pugni la Strever al fine di derubarla dopo essere stato messo alle strette dal sostituto procuratore Ciani, ma ha sempre sostenuto di aver abbandonato l'abitazione quando la donna era ancora viva, non prima di averla slegata.

Il difensore di Maathaoui, Nicola Artese, punterà molto sulla presunta mancanza di premeditazione per far sì che decada l'accusa di omicidio aggravato, ma secondo il legale della famiglia Strever, Arnaldo Tascione, "il 19 dicembre 2012 non era Michela la vittima designata di Maathaoui, bensì il fratello Antonio".

L'intenzione originaria del marocchino, stando alla ricostruzione dei fatti operata dagli inquirenti, sarebbe stata in effetti quella di recarsi presso l'abitazione di Antonio Strever per regolare alcune vecchie pendenze, probabilmente avendo già in animo di ucciderlo, ma non riuscendo ad accedere nell'abitazione Maathaoui si é diretto verso la casa della sorella Michela alla ricerca disperata di soldi, massacrando la donna di botte.

A prescindere da ciò, l'intera famiglia Strever é rimasta sconvolta dall'efferato delitto, ed ha deciso di costituirsi parte civile, e tramite l'avvocato Tascione ha fatto sapere di "aspettarsi una condanna severa per Maathaoui".

L'udienza conclusiva di oggi verterà tutta sulla ricostruzione delle esatte dinamiche della tragedia e la sentenza, salvo sorprese, dovrebbe essere pronunciata in tarda mattinata.


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