Omicidio di Intermesoli, secondo i riscontri Bellisari conosceva chi lo ha ucciso

Nuovi passi in avanti degli inquirenti in merito al brutale omicidio di Renato Bellisari, il 77enne pensionato di Intermesoli di Pietracamela rinvenuto morto a circa 24 ore dal suo assassinio nell'abitazione di via Baracca ove risiedeva.

Le forze dell'ordine stanno procedendo a ritmi serrati per dare quanto prima un nome ed un volto a colui che ha fracassato il cranio dell'uomo, avvenimento che ha letteralmente scioccato una comunità di poco più di 200 anime che si conoscono tutte.

Così, mentre i carabinieri stanno ascoltando una per una le testimonianze di persone informate sui fatti, oltre ad analizzare i tabulati telefonici della vittima, priva di cellulare, i Ris hanno raccolto elementi che sembrano spingere l'indagine già in una precisa direzione: da quel che trapela, gli indizi sembrano infatti portare ad ipotizzare che la vittima possa essere stata uccisa al culmine di un'accesa lite da qualcuno che conosceva bene e di cui si fidava, al punto da farlo entrare in casa.

A partire dall'arma del delitto, un bastone o una spranga che l'omicida deve aver trovato in casa ed ha poi portato via con sé, lasciando un'impronta impressa sul pavimento ed all'esame del Ris, oltre soprattutto ad alcune impronte che sarebbero state rinvenute su un bicchiere sul tavolo della cucina, che potrebbero appartenere all'assassino, e che quindi sono state già isolate.

All'esame degli investigatori ci sono anche i vestiti indossati da Bellisari prima di essere ucciso ed i suoi conti bancari, onde rinvenire eventuali movimenti di denaro sospetti.

La vittima non era sposata e non aveva problemi economici: tornato dopo anni15 anni fa dal Canada, dove aveva lavorato a lungo (e dove tuttora risiede la sorella). Oltre che sulla pensione poteva contare anche su alcuni immobili, ed ogni estate si recava per un mese circa al mare in albergo a Tortoreto, oltre a qualche giorno a Teramo.