Orsi morti: allevatori, ora basta accuse

07 Ottobre 2007   00:17  
Di seguito una nota degli allevatori di Pescasseroli, diramata agli organi di stampa, in risposta a quanto riportato su un quotidiano locale, secondo il quale le indagini per individuare l´assassino degli orsi sarebbero concentrate sulla loro categoria. "Non abbiamo mai visto l´orso come un nemico da abbattere. Anzi, siamo noi i guardiani del territorio, convivendo da sempre con tutti gli animali del Parco. Siamo stufi delle accuse, adesso aspettiamo i fatti". Lo dichiara l´associazione degli allevatori di Pescasseroli, in merito alle notizie riportate su un quotidiano locale, stando alle quali la loro categoria sarebbe nel mirino degli investigatori. "Fin dai tempi più antichi - si legge nella nota - Pescasseroli, paese di pastori anche dopo gli anni della transumanza, ha continuato ad allevare animali perchè fa parte della propria cultura, delle origini e tradizioni, qundi del proprio dna. Quello che per altri è solo un Parco da visitare, per noi è la nostra casa e il nostro territorio da difendere e salvaguardare". Da documenti e scritti citati anche da Erminio Sipari, fondatore del parco, i pastori mettevano in conto il bestiame che potevano perdere a seguito di attacchi da parte di lupi e orsi, ricaricando il costo di tali ammanchi sul prezzo finale di vendita dei prodotti derivati o della carne. In merito alla situazione socio economica, che la categoria vive attualmente, nella nota è riportato: "Da più di trent´anni l´attività è stata devastata e trascurata dalle varie amministrazioni locali e dallo stesso ente Parco. Quest´ultimo, per salvaguardare i pochi animali rimasti, ha pensato bene di intervenire solo utilizzando i radio collari per gli orsi, invece di ricreare il loro habitat ideale favorendo la presenza di animali al pascolo. In passato era l´uomo, con tutte le sue attività agro-silvo-pastorali, che contribuiva alla sopravvivenza di tutti gli animali selvatici che popolavano il Parco, garantendo il rinnovamento del ciclo vegetativo dei pascoli. La scomparsa della presenza attiva dell´uomo nell´ambiente montano, quindi, è stata determinante per l´allontanamentodi specie in via di estinzione come l´orso e il lupo". Lo sfogo degli allevatori si conclude rimarcando che "la storia dell´orso Bernardo e degli altri due plantigradi è triste e costituisce una gravissima perdita in termini di mantenimento dell´ecosistema. Anche per i più duri è difficile trattenere le lacrime di fronte a questo gesto criminale. Speriamo che amministrazioni ed ente Parco possano dare giusto rilievo alla nostra istanza, riscoprendo l´allevamento come pratica essenziale per il territorio invece di continuare a discriminarlo". Patrizia Santangelo

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