Pagano e i quarant'anni delle Regioni

Il discorso al senato

08 Giugno 2010   10:34  

Il discorso al Senato del presidente del Consiglio regionale abruzzese Nazario Pagano, a nome della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative,  in occasione della cerimonia sul tema "A 40 anni dalla prima elezione dei Consigli regionali delle Regioni a Statuto ordinario: sistema delle autonomie e riforma del Parlamento". Presenti alla cerimonia anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,il Presidente del Senato Schifani ed il Ministro per le Regioni Raffaele Fitto.

"La celebrazione del 40esimo anniversario delle Regioni a Statuto ordinario offre lo spunto per una serie di riflessioni che ci portano inevitabilmente a ripercorrere le tappe e gli sviluppi del regionalismo italiano che prende le mosse, dal punto di vista positivo, dall'entrata in vigore della Costituzione repubblicana per giungere, attraverso un complesso percorso di trasformazione e modernizzazione, all'attuale assetto, tendenzialmente piu' vicino alle organizzazioni di tipo federalista".  "Due passaggi cruciali e determinanti a nostro avviso anche per coniugare trasparenza e solidarieta'. Regole condivise ed omogenee tra tutti i livelli di governo sono una delle condizioni indispensabili per il raggiungimento di obiettivi impegnativi. In questo quadro diamo e vorremmo continuare a dare il nostro contributo: le Assemblee come luogo della informazione condivisa ed in relazione sempre piu' stretta tra loro e con le Camere del Parlamento nazionale.

E' stato questo, in sintesi, il percorso che con Senato e Camera abbiamo fatto nel procedimento legislativo di approvazione della legge 42 del 2009. Questo e' il nostro scopo del federalismo unitario: di realizzare l'unita' della nazione sulla base di un patto di sviluppo comune e comunemente gestito che non pregiudica l'autonomia fiscale, ma la finalizza ad un interesse superiore. Le Assemblee regionali hanno, sotto questo profilo, la stessa valenza del Parlamento nazionale: sono precisamente i luoghi in cui possono realizzarsi, nello stesso tempo, il confronto e anche il dialogo e la ricerca di temi e di terreni di convergenza costruttiva.

Le Regioni- ha proseguito Pagano- hanno avuto un lungo periodo di gestazione in riferimento alla concreta attuazione delle disposizioni costituzionali che le hanno istituite, durato piu' di venti anni, a causa della tardiva emanazione della legge elettorale che, intervenuta solo nel 1968, ha portato alle prime elezioni dei Consigli regionali nel giugno del 1970, a distanza di pochi giorni dall'entrata in vigore della legge sulla finanza regionale. Nell'anno successivo, sono stati approvati tutti gli Statuti delle Regioni ad autonomia ordinaria relativamente ai quali quelli dell'Abruzzo e della Calabria sono stati approvati nel mese di luglio per le note vicende storico-politiche riguardanti la scelta dei rispettivi capoluoghi.

Ci piace ricordare oggi le parole di alcuni Colleghi che quarant'anni fa ebbero la fortuna di vivere lo slancio dell'avvio del regionalismo in Italia. Rammento il primo Presidente del Consiglio regionale della Toscana Elio Gabuggiani che ricordava come 'dagli articoli della Costituzione , come scrisse Piero Calamandrei, parlano a noi le voci familiari di Cattaneo e di Mazzini, di Rosselli e di Gobetti'. Con l'auspicio che le Regioni fossero messe nelle condizioni di concorrere alla formazione e all'indirizzo politico ed economico nazionale del Paese.

O le parole del Primo Presidente del Consiglio regionale del Piemonte, prima tra le Regioni ad approvare lo Statuto, Paolo Vittorelli, che con estrema lungimiranza riconosceva una priorita' 'nella necessita' di adeguare alle reali esigenze di oggi e di domani la Carta statutaria, sulla quale si fonda la capacita' di sviluppo della nostra Regione che, portando ad una crescita piemontese, concepisca nel contempo motivo di migliore equilibrio sul piano nazionale, specie per il meridione d'Italia, e di deciso inserimento nella realta' nuova dell'Europa delle Regioni'.

Non mancano pero' segnali importanti e di conforto in tal senso: pensiamo al comitato esterno di rappresentanti delle autonomie per i lavori della Commissione bicamerale per il federalismo fiscale cosi' come delineato dalla legge 42 del 2009 o ai lavori del Comitato paritetico Senato della Repubblica, Camera dei deputati ed Assemblee regionali.

Il diritto dell'Unione europea e' stato il settore nel quale la spinta alla cooperazione tra Parlamento nazionale ed Esecutivi (regionali e nazionale), da una parte, e tra Assemblee legislative, dall'altra, sembra aver dato i maggiori frutti ed e' forse anche suscettibile di ulteriori sviluppi. Non a caso in questa sede prendera' la parola anche il Comitato delle Regioni. Quindi, la tappa piu' recente, derivante direttamente dalla firma del Trattato di Lisbona potrebbe essere nell'oggi un primo concreto terreno di confronto con i lavori del Parlamento anche alla luce del Protocollo sulla sussidiarieta' annesso al Trattato di Lisbona". (fonte AGI)


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