Con riferimento alle notizie di stampa che chiamano in causa il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise riguardo alla problematica della tutela delle cucciolate di cane nel territorio di Pescasseroli giova fare alcune precisazioni. Ai ragazzi che hanno deciso di “adottare” i cuccioli va tutta la necessaria simpatia umana, in quanto è indubbio che svolgono un'opera che dimostra una elevata generosità e sensibilità nei confronti degli animali, qualità che troppo spesso mancano. Tuttavia è improprio chiamare in causa il Parco per la “tutela” dei cani. Il cane è un animale domestico, e la sua relazione con l'uomo è regolata da precise normative di livello nazionale e regionale, del cui rispetto sono responsabili in primis i Comuni e le strutture sanitarie pubbliche. Nulla a che vedere quindi con la fauna protetta, la cui tutela spetta prioritariamente al Parco. Il Parco, comunque, è ben conscio dei problemi che il randagismo e l'abbandono di cani può provocare all'ambiente ed anche a chi visita il Parco, oltre che delle sofferenze cui vanno incontro questi animali: per questo da sempre opera con le autorità preposte perché questi fenomeni, derivanti dall'insensibilità umana, siano repressi. Questo si può ottenere anche attraverso azioni di sensibilizzazione della popolazione affinché gli animali domestici vengano trattati con amore e rispetto e le loro condizioni di vita siano sempre dignitose. Non si può però dimenticare e quindi trascurare il gravissimo problema del randagismo canino nel Parco e in molte altre zone montane, dove questi animali, che diventano “inselvatichiti”, assumono veri e propri comportamenti anomali, aggressivi e pericolosi. Tutte le istituzioni competenti dovrebbero perciò operare insieme per cercare di risolvere questo annoso e delicato problema. Per questo l'Ente Parco apprezza moltissimo l'azione avviata dal Comune di Pescasseroli e lo ringrazia assicurando tutta la propria collaborazione.