Parisse risponde a Boschi: l'unico scoop salvare i miei figli

07 Settembre 2010   13:33  

Stiamo valutando la possibilità di smettere di informare e di non rendere raggiungibili i nostri dati via web perché vengono usati per arrivare a conclusioni che non stanno né in cielo, né in terra.'' Sono queste le clamorose affermazioni di Enzo Boschi, presidente del Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, che minaccia di oscurare il sito dell'istituto, che aggiorna in tempo reale su magnitudo e localizzazione degli eventi sismici che si verificano in Italia. Motivo? Evitare, par di capire, da parte in particolare di giornalisti e politici, di utilizzare tali informazioni per destare allarme, creare confusione, prendere decisioni sbagliate ed abnormi, cercare visibilità e facili scoop.
L'Ingv annuncia dunque Boschi ha intenzione pertanto di limitarsi a fornire dati i più semplici possibili per non generare inutile panico".
In concreto l'ipotesi paventata da Boschi, che lo ricordiamo è indagato dalla Procura dell'Aquila con l'accusa omicidio colposo per il presunto mancato allarme prima del terremoto del sei aprile significherebbe che i cittadini dell'alto Aterno non dovrebbero avere libero accesso ad informazioni sul numero e l' intensità delle scosse che interessano da mesi il loro territorio. ''I dati - spiega a tal proposito Boschi - parlano di un 2% di previsione probabilistica che dallo sciame possa nascere un terremoto forte, ciò vuol dire che nel 98% dei casi non accade nulla". L'unica e vera prevenzione, sottolinea Boschi e quella verificare la tenuta degli edifici, abbandonare quelli che non resistono al sisma, costruire gli edifici nuovi in maniera antisismica.
Risponde ad Enzo Boschi proprio un giornalista, categoria messa sotto accusa, Giustino Parisse, che il sei aprile ha perso due figli e il padre. '' Boschi forse non sa - afferma nel suo editoriale sul quotidiano il Centro - che l'unico "scoop" che avrei voluto fare nella mia vita era salvare la vita dei miei figli e quella di centinaia di aquilani. Il primo aprile del 2009 avrei voluto fare un titolo a tutta pagina: «Aquilani, attenzione, il rischio è forte». E invece mi sono fidato di lei, dottor Boschi, e degli altri componenti della commissione Grandi rischi.
E aggiunge: Per mettere in sicurezza le case ci vorranno venti o trenta anni. Fino ad allora che si fa? Si mettono in conto qualche migliaio di morti e a chi tocca tocca? . E allora si chiede Parisse: è meglio dormire in macchina per una settimana con qualche disagio o vivere tutta la vita nel dolore? La mia risposta, conclude Parisse la sapete già.

 


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