PdL alle manovre... da Capestrano...a Pescara

07 Maggio 2010   17:16  

Al castello di Capestrano c'erano diversi esponenti provinciali del PdL, unitamente ad altri big regionali: i consiglieri regionali Luca Ricciuti e Gianfranco Giuliante, il neo presidente della provincia Antonio Del Corvo, il Vicepresidente della Giunta regionale Alfredo Castiglione, Guido Liris consigliere provinciale, Pasquale Di Nardo presidente della Sangritana spa, molti amministratori locali.

Di fatto è stata una manifestazione del PdL, seppur sotto le mentite spoglie dall'associazione culturale Lorenzo Natali, presieduta da Alfonso D'Alfonso.

Si è parlato di tutto e di più...dalla ricostruzione ai distretti industriali, dalla sanità ai servizi pubblici locali.

Ma a tenere banco è stato l'argomento politico incentrato sul "modello di partito", secondo la parola d'ordine "territorio".

Eh già, perchè il PdL è al paradosso che in Abruzzo ha vinto "tutto" negli ultimi due anni, senza ancora organizzarsi sul territorio come vero partito (come del resto su larga parte dell'Italia).

Anzi, come nel caso Regione Lazio, vince perfino quando non c'è con proprie liste.

Dalle regionali 2008, passando per le politiche e le europee, sino alla tornate amministrative 2008 e 2009: un escalation di successi senza precedenti per il centrodestra nella nostra regione.

Eppure..si parla ancora di "forma di partito", se convenga il cosiddetto modello"leggero" ( stile Forza Italia) o pesante ( stile Alleanza nazionale).

Nel frattempo AN è stata fagocitata da Berlusconi, mentre l'unico partito forte ed organizzato è la Lega Nord. Un modello, la Lega, che ora fa invidia ai pidiellini, consapevoli che sul territorio le vittorie elettorali, senza radicamento, diventano effimere.

Ad oggi il PdL ha organi fittizi, nominati dall'alto senza congressi, che poco o nulla incidono sulle scelte degli eletti; dove anzi gli eletti stessi coincidono quasi sempre con il vertice di partito, senza alcun contrappeso.

Il brutale riparto "70/30" di posti tra l'ex FI e l'ex AN non regge più, tanto più che la componente finiana sta facendo saltare ormai il tavolo spartitorio.

Sulla sfondo il caos nazionale interno al partito, che ha i suoi riflessi nelle periferie.

C'è perfino la guerra per gestire gli immobili dell'ex partito di Fini, congelati in una fondazione ad hoc.

E' il "riposizionamento" tra la "post-correnti" ex aennine, ora polarizzate in "finiani" e non": e così sabato 8 maggio va in scena a Pescara il raduno delle componenti di Matteoli, Alemanno, Gasparri e la Russa (mai verificatosi al tempo di AN), riunite attorno ai "capi corrente" regionali Di Stefano, Giuliante, e Sospiri.

Tutta la vecchia AN dunque, tranne ovviamente i "neo finiani", capitanati da Castiglione.

Obiettivi dichiarati: giurare fedeltà a Re Silvio, marcare visibilmente la distanza da Fini, rafforzare le logiche correntizie.

 

 

Vincenzo Calvisi

vincenzo.calvisi@libero.it

 


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