#Pensioni, per i #giovani spunta l'assegno minimo da 650 euro: ecco come funziona

18 Luglio 2017   10:19  

Un assegno di garanzia per i giovani, flessibilità in uscita e meccanismi che non penalizzino le donne. Sono solo alcune delle ipotesi esaminate ieri durante il seminario del Pd 'Non è una pensione per giovani - Rapporti tra generazioni e riforma del sistema previdenziale', andato in scena al Nazareno, e al quale hanno preso parte, tra gli altri, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, il vicesegretario del Pd Maurizio Martina, Tommaso Nannicini e i leader sindacali di Cgil, Cisl e Uil.

Tra le proposte emerse spicca quella avanzata da Stefano Patriarca, consigliere economico della presidenza del Consiglio, che ha illustrato l'ipotesi di una pensione contributiva minima di 650 euro mensili per chi ha 20 anni di contributi. Secondo il consigliere di Palazzo Chigi si potrebbe "introdurre anche nel sistema contributivo l'integrazione ad un minimo presidenziale come c'è attualmente nel sistema retributivo".

Per Patriarca, la struttura "potrebbe essere pari all'attuale minimo complessivo dell'assegno sociale, pari a 650 euro mensili per 20 anni di contributi e potrebbe essere legata in modo parziale alla presenza sul mercato del lavoro. "I 650 euro mensili possono aumentare di 30 euro al mese per ogni anno di contribuzione superiore al 20esimo anno - ha rimarcato Patriarca - fino a un massimo di mille euro" e l'assegno potrebbe valere anche per gli anticipi.

L'introduzione dell'integrazione a un minimo previdenziale come nel retributivo, inoltre, determinerebbe un tasso di sostituzione per una carriera piena (40 anni di contributi) pari al 65% della retribuzione media netta. 

 

Come funzionerebbe la pensione minima di garanzia per i giovani

E’ più di un ipotesi di studio, conferma il responsabile del lavoro all’interno della segreteria del Pd, Tommaso Nannicini: “Il Pd farà una proposta, che studieremo e approfondiremo, sulla pensione di garanzia per i giovani, con un reddito minimo e per rivedere il meccanismo di adeguamento automatico dell'età pensionabile".

"Bisogna sostenere l'occupazione dei giovani anche attraverso un intervento che nel tempo garantisca una diversità di costo tra il lavoro stabile e quello temporaneo”, spiega il ministro del lavoro, Giuliano Poletti. “Questo è un impegno al quale dobbiamo trovare una risposta, alcune le abbiamo già date, ma su questo versante si può e si deve fare un altro passo avanti". Ancora il ministro:  "Come è accaduto con il primo accordo, dobbiamo sapere che abbiamo dei limiti, ma dentro quei limiti ci sono cose diverse che possono essere fatte, nello spirito che abbiamo utilizzato e definito".

Un progetto di grande interesse in un momento in cui la fiducia tra i giovani sulla possibilità di trovare un lavoro e garantirsi dunque una pensione futura sembra essere al minimo storico. Il lavoro è ancora centrale nell'orizzonte 'identitario' e di senso dei giovani in Italia ma oltre otto su dieci vivono la ricerca di un'occupazione con sfiducia e per oltre 6 su dieci rappresenta la fine di un sogno. Inoltre, quasi il 50% attribuisce la colpa dell'elevata disoccupazione allo spostamento dell'età pensionabile. Questi i principali risultati del rapporto di ricerca "Il lavoro consapevole"realizzato dal Censis in collaborazione con Jobsinaction e Assolavoro


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