Peste del gambero, divieti di pesca nei fiumi del chietino

09 Agosto 2013   12:18  

Con decreto emesso in data 7 agosto, il presidente della Provincia di Chieti ha ordinato la chiusura all’attività di pesca dei fiumi interessati dalla presenza del gambero di fiume Austropotamobius pallipes.

Il provvedimento “chiesto” e “consigliato” dal Dipartimento di Prevenzione - Sanità Animale della ASL di Chieti, rappresenta una giusta misura che fa seguito a quelle già autonomamente disposte da alcuni dei Comuni interessati, primo tra tutti Borrello.

Si è infatti creata una situazione di grave emergenza con il recente accertamento di un focolaio di afanomicosi (la cosiddetta “peste del gambero”) nel torrente Rio Verde, che ha coinvolto anche l’impianto di incubazione di proprietà della Provincia gestito proprio a Borrello dal Consorzio Mario Negri Sud.

In conseguenza di tale focolaio, accertato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo, già il 12 luglio la ASL aveva disposto misure restrittive mentre il 18 luglio era stata emessa un’ordinanza del Sindaco di Borrello, provvedimenti entrambi tesi ad evitare il propagarsi della patologia.

«Di fronte a questa grave situazione – ricorda il presidente del WWF Abruzzo Luciano Di Tizio –, in considerazione del fatto che la afanomicosi potrebbe avere effetti devastanti e che la trasmissione dell’agente patogeno può avvenire tra l’altro attraverso il prelievo, l’immissione e il trasporto di pesci e/o acqua, nonché per mezzo degli stivali dei pescatori che si spostano da un corpo idrico all’altro, avevamo chiesto il divieto di pesca, il divieto di ingresso in acqua e la sospensione di ogni eventuale ripopolamento in tutto il territorio interessato.

Provvedimenti che più autorevolmente ha successivamente chiesto anche la ASL. La Provincia a questo punto, anche se purtroppo con diversi giorni di ritardo, ha seguito la linea suggerita e non possiamo che prenderne atto positivamente.

L’auspicio è che venga ora messa in opera anche una efficace opera di sorveglianza: questa micosi in passato ha letteralmente decimato intere popolazioni europee del gambero di fiume e occorre a ogni costo evitare che possa accadere di nuovo.

Austropotamobius pallipes è, tra l’altro, specie inserita nell’Allegato II e nell’Allegato V della Direttiva “Habitat”, è protetta dalla Convenzione di Berna (All. III), è considerata globalmente minacciata dall’IUCN/WCMC ed è compresa nella lista delle specie a rischio nel “Libro rosso” della fauna e della flora minacciate in Italia».

Il divieto, che resterà in vigore sino a quando non sarà debellata l’infezione in corso, riguarda i torrenti Vallone Cupo di Montenerodomo e Colledimacine, Fonte della Noce di Lettopalena, Parrello nei territori di Quadri, Pizzoferrato e Montenerodomo, Turcano nel tratto ricadente nel comune di Rosello e anche il fiume Sangro, dalla confluenza con il torrente Parrello alla confluenza con il Turcano.

A questi tratti vanno aggiunti quelli, nella stessa zona, già chiusi alla pesca dal calendario ittico regionale 2013.

Vale a dire il Turcano nel territorio di Roio del Sangro, il Rio Verde nell’intero tratto in provincia di Chieti (comuni di Rosello e Borrello), il torrente Gufo di Montereale e Colledimezzo e il tratto del fiume Sangro che va dal Ponte La Baronessa a quello di Civitaluparella, vietato in quanto classificato zona di ripopolamento e frega. L’infezione naturalmente non rispetta i confini, per cui sono stati interessati anche la Provincia di Isernia, il comune di Pescopennataro e la ASL Molise perché prendano i provvedimenti di loro competenza, in particolare per l’area delle sorgenti del Rio Verde.

Intanto anche i Comuni del Chietino interessati sono stati invitati dalla Provincia a occuparsi delle situazione, in particolare decretando il divieto di ingresso in acqua, per qualsiasi motivo. È stata infine anche prevista la posa in opera di cartelli informativi e di divieto e una attenta azione di vigilanza, affidata oltre che agli organi di polizia anche alle squadre antibracconaggio che già operano nel territorio.

Sarà la Asl a stabilire, con periodici controlli, quando sarà possibile decretare la fine dell’emergenza, ma è probabile che non siano tempi brevissimi. La Provincia intanto convocherà un incontro tra le parti per studiare un programma di risoluzione delle criticità ed eventuali interventi di ripristino della popolazione del gambero di fiume, da attuale a tempo debito, quando l’infezione sarà stata sgominata.

Ricordiamo che la Provincia di Chieti ha ottenuto il finanziamento del progetto quadriennale CRAINat “Conservation and Recovery of Austropotamobius pallipes in Italian Natura2000 Sites”, promosso e presentato dal Settore Ambiente e approvato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Life+Nature and Biodiversity.

La Provincia è proponente e beneficiaria. Con lei partecipano al progetto la Regione Abruzzo, la Provincia di Isernia, l’ERSAF Lombardia, il Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga e il Consorzio Mario Negri Sud.

 


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