Piano di riordino, Pd: atto punitivo per la provincia di Chieti

06 Agosto 2010   11:59  

"Il piano operativo regionale 2010 è un atto fortemente punitivo per la provincia di Chieti: 3 presidi ospedalieri avviati alla chiusura (Casoli, Guardiagrele e Gissi), forti tagli di posti letto a Vasto e Lanciano con il fondato sospetto che i fondi per le nuove strutture siano definitivamente persi, sopravvivenza stentata e limitata per Ortona ed Atessa, limitazioni palesi alle potenzialità del presidio di Chieti senza che si realizzasse un parallelo taglio di posti letto nel teramano, patria del Presidente Chiodi e dell'Assessore alla Sanità Venturoni".

E' quanto si legge in un documento elaborato dal Pd della Provincia di Chieti.

"Tutto questo - scrivono i consiglieri provinciali democratici - è avvenuto senza alcuna concertazione con le istituzioni locali e senza aver prima organizzato un efficace rete di pronto intervento e soccorso nel territorio che, per circa 2/3 della sua estensione, è collinare e montano. A questa sfavorevole e naturale situazione geografica si aggiunge una situazione viaria fortemente dissestata verso la quale, la provincia, tarda ancora nel prendere iniziative concrete anche per quelle opere da noi lasciate in eredità di cui la liquidità è disponibile.

Inoltre c'è da constatare che le liste di attesa per prestazioni sanitarie, nella nostra provincia, sono aumentate a causa del personale sempre più ridotto, per il pensionamento di numerosi operatori sanitari e i nostri ospedali non riescono più a soddisfare le esigenze del proprio circondario.

Ciò porta ad un aumento della spesa sanitaria perché molti utenti sono costretti a curarsi nelle strutture fuori regione.

Il Piano Operativo 2010 predisposto dal Commissario Chiodi non rappresenta una riorganizzazione dei servizi socio sanitari bensì solo tagli di prestazioni ai cittadini, i quali pagano sempre di più di tasca propria l'assistenza di cui hanno bisogno e che, per altro, in questa fase è inefficiente. Il Piano operativo di Chiodi non garantisce lo sviluppo della rete integrata di servizi socio sanitaria ma solo tagli di posti letto. Non è stato in alcun modo discusso nelle sedi istituzionali.

Appare chiara la politica dei due tempi per la quale prima si tagliano i servizi ai cittadini (solo sui presidi pubblici) e solo in un futuro indefinito si promette un implementazione dei servizi.

Per questo la chiusura dei presidi come formulata sul Piano Operativo 2010 e il ridimensionamento esclusivo sull'offerta pubblica negli altri presidi è irricevibile.

Il Piano Sanitario che produsse il centrosinistra alla regione non prevedeva chiusure di presidi ospedalieri ma semplicemente un riordino che tendeva a ridurre doppioni e sprechi creando contestualmente punti di efficienza ed eccellenza.

Tutto questo - si legge ancora nel documento del Pd - è avvenuto senza minimamente intaccare in concreto la sanità privata, verso la quale è necessario definire un nuovo patto onde ridistribuire l'offerta dei servizi sulla base delle necessità del territorio nel rispetto del principio esclusivo di complementarità del servizio privato rispetto a quello che roga il sistema pubblico. La proposta del Piano Operativo 2010 Chiodi da questo punto di vista è inaccettabile in quanto non prevede alcun taglio al privato mentre noi ipotizziamo che sulla base del principio di complementarità possa essere previsto un taglio dei posti letto per acuti consistente anche sul privato e riassegnato un ruolo consistente per la riabilitazione al Pubblico.

La determinazione assunta dalla maggioranza di centro - destra in regione demanda alle province "...l'istituzione di tavoli che, fatti salvi i saldi contabili, potrà definire correttivi al piano operativo (!) ".

I confini di competenza nel merito sono ignoti ed assolutamente aleatori.

Il presidente Enrico Di Giuseppantonio ed il suo vice Antonio Tavani - accusa il Pd - dopo aver cavalcato strumentalmente le proteste elevatesi dal territorio, mancando di una benché minima quanto chiara proposizione, sappiano trovare un momento di unitaria sintesi per dare contenuto programmatorio ad un documento sì punitivo ma che ha visto la silente ubbidienza dei consiglieri regionali di centro - destra eletti nella nostra provincia.

Noi, per un lavoro utile e partecipato, proponiamo:

1) l'attivo coinvolgimento della commissione consiliare "servizi sociali, sanità e pubblica istruzione";

2) l'ausilio della consulta provinciale della sanità verso la quale, l'attuale maggioranza, ebbe a riconoscerne l'utilità e validità".


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