Piano di sviluppo rurale, botta e risposta Pd-Febbo

04 Marzo 2009   13:27  

Si accende la polemica sula paternità del Piano di sviluppo rurale. Dopo l'attacco del Pd, la pronta replica dell'assessore Febbo.
"Le dichiarazioni del capogruppo del Pd in Consiglio regionale D'Alessandro sul Piano di Sviluppo Rurale testimoniano solo un volersi arrampicare sugli specchi rispetto ad un'incapacita' programmatoria mostrata della Giunta precedente di centro sinistra che era arrivata a definire il PSR solo al termine di un percorso a dir poco accidentato e costellato di una impressionante serie di errori, puntualmente messi in evidenza dalla Commissione Agricoltura dell'UE. Circostanze che, tra l'altro, fecero perdere tutti i finanziamenti relativi all'annualita' 2007. Fondi che, invece, avrebbero dovuto sostenere soprattutto allevatori ed agricoltori delle zone interne". E' la replica dell'assessore all'Agricoltura, Mauro Febbo, che, da un lato ribadisce l'innovativita' delle misure inserite nel Piano di Sviluppo Rurale varato dalla Giunta Chiodi e dall'altro si dice pronto a confrontarsi al piu' presto e con serenita' in un pubblico dibattito "dove e quando vorra' l'opposizione". "Sono anche disponibile - ha aggiunto Febbo - a rendere pubblici i verbali degli incontri e le proposte innovative che sono state introdotte a seguito del prezioso contribuito fornito dalle organizzazioni agricole regionali che, e' il caso di ricordare, hanno sempre valutato negativamente l'impianto del PSR costruito dall'assessore Verticelli. Alle illazioni, poi, - ha concluso l'assessore - preferisco non rispondere".

D'ALESSANDRO: IL PSR LO ABBIAMO FATTO NOI!

"Non c'e' limite all'indecenza": lo afferma il capogruppo del Pd al Consiglio regionale Camillo D'Alessandro commentando la conferenza stampa di ieri dell'assessore regionale all'agricoltura Febbo, che ha annunciato un nuovo Piano di Sviluppo Rurale. "Ma quale nuovo Piano di Sviluppo rurale, ma quale stravolgimento, di stravolto - rileva D'Alessandro - ci sono solo le informazioni che Febbo da' alla stampa, coinvolgendo in brutte figure il Presidente Chiodi. Il Piano di Sviluppo rurale di cui parla Febbo - prosegue il capogruppo Pd - e' esattamente quello approvato dalla precedente amministrazione regionale, con il consenso di tutte le organizzazioni di categoria ed approvato dall'Unione Europea.

I 500 milioni di euro disponibili sono esattamente quelli ottenuti dall'assessorato Verticelli dall'Europa. Febbo vorrebbe forse utilizzarli come i carri armati di Mussolini che si spostavano da una parte all'altra, ma erano sempre gli stessi, appunto per farci parate. Il problema e' che Febbo tenta di politicizzare anche l'aria che respira. Sono state apportate solo - spiega D'Alessandro - aggiustamenti tecnici, tant'e' vero che qualsiasi modifica sostanziale sarebbe dovuta essere autorizzata direttamente dall'Europa e passare per il Comitato di Sorveglianza, solo modifiche tecniche evitano questa procedura. Dunque nessuna innovazione, i bandi sono stati esattamente gli stessi gia' conosciuti al mondo agricolo, del resto basta chiedere al mondo agricolo per averne conferma. Non corrisponde al vero - prosegue D'Alessandro - che non ci sono state domande presentate ad oggi. Febbo dovrebbe spiegare che innanzitutto c'e' stata una fase di pre-adesione che ha consentito alle aziende di fare subito gli investimenti, per rendicontarli successivamente. Sa benissimo l'assessore Febbo che il tempo impiegato per avviare i bandi e' stato dovuto solo al fatto che le domande dovevano essere presentate su supporto informatico attraverso il sito dell'AGEA che e' stato per mesi bloccato, AGEA che non dipende dalla Regione ma dal governo nazionale. Le dichiarazioni di Febbo, da primo della classe- insiste D'Alessandro - sono offensive tra l'altro delle organizzazioni del mondo agricolo che avevano sottoscritto, come previsto dai regolamenti, il Piano di Sviluppo rurale, insomma secondo Febbo nessuno ha capito nulla, per fortuna che e' arrivato lui, stiamo proprio messi male. Sfido Febbo - conclude D'Alessandro - ad un incontro pubblico dove metteremo a confronto i bandi per vedere il nulla delle innovazioni apportate, se non, come detto, aggiustamenti tecnici".

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