Pm Bellelli: "Caso Straccia da archiviare per assenza di elementi d'indagine"

19 Dicembre 2012   11:40  

I parenti e gli amici di Roberto Straccia, ma anche molta gente che nemmeno lo conosceva, non vogliono rassegnarsi alla richiesta inoltrata dal pm Giuseppe Bellelli al gip della Procura di Pescara di archiviare il caso della morte del 24enne di Moresco, presso Fermo, scomparso nel capoluogo adriatico il 14 dicembre 2011 ed il cui cadavere è stato ritrovato quasi un mese dopo,  il 7 gennaio, al largo di Bari.

Vogliono conoscere il perché ed il percome Roberto sia caduto in mare dopo essere uscito di casa semplicemente per fare footing. Per questo motivo hanno organizzato un corteo tenutosi lo scorso sabato sul lungomare cittadino, affinché la giustizia continui a cercare di appurare come abbia fatto il corpo del ragazzo ad essere ritrovato in Puglia tanto tempo dopo essere sparito senza lasciare traccia (oltretutto, con i vestiti intatti e l’ipod ancora in tascadopo essere stato in balia delle onde per tanto tempo) e, soprattutto, ipotesi assai caldeggiata, se la scomparsa e la successiva morte sia stata deliberatamente provocata da qualcuno.

Non si capisce, poi, per quale motivo la Procura non consideri attendibile la testimonianza di una ragazza che sostiene di aver visto Roberto Straccia proprio il 14 dicembre dello scorso anno in via Pepe, presso lo stadio Adriatico, né tantomeno come mai non si sia pensato di analizzare le immagini riprese dalle telecamere presenti nella via.

In effetti, mentre la famiglia del ragazzo, proprio alla luce dell’assenza di qualsiasi elemento utile a formulare ipotesi investigative, continua ad implorare gli inquirenti di non chiudere il caso, è proprio l’assenza di elementi per seguire una qualsiasi pista a convincere sempre più la magistratura circa l’opportunità di archiviare la scomparsa del giovane.

Il pm Bellelli, nel motivare la propria richiesta, ammette infatti che non vi è alcuna traccia a sostegno della tesi del rapimento e/o dell’omicidio premeditato, nemmeno dopo l’analisi degli effetti personali nella stanza del ragazzo, e che dunque non vi sono i presupposti "per protrarre sine die le indagini solo per assecondare i suggerimenti più singolari da chiunque provengano e le più diverse piste di volta in volta indicate da professionisti dei casi irrisolti".

Il solo elemento che la magistratura ritiene certo nella vicenda é, sulla base dell’esame autoptico, la morte del ragazzo per asfissia da annegamento. Ma ciò che davvero interessa amici e parenti di Roberto, ossia apprendere i motivi alla base dell’annegamento, rischia di restare per sempre senza risposta, ammesso che il gip accolga la richiesta di archiviazione.

Lorenzo Ciccarelli


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