Porta Barete in Commissione: si accelera per eliminare il terrapieno ma il civico 207 resta dov'era

18 Dicembre 2013   10:05  

Porta Barete è il tema che pian piano prende piede nell'immaginario della popolazione, come un luogo non luogo, che apre a scenari di grande interesse.

Scoprirla o no? Scoprirla per una città del futuro, che riscoprendo il passato punta alle propria storia come viatico per un futuro consapevole. Lasciare tutto come è perché "fidarsi è bene, non fidarsi è meglio".

Dunque ieri, sulla scorta dell'appello lanciato da 39 intellettuali e docenti universitari, "Porta Barete" è arrivata nella seconda Commissione consiliare, dove sono stati uditi cittadini, qualche associazione e una rappresentanza dei 39 intellettuali.

"L’assemblea pubblica lodevolmente convocata dall’amministrazione il 19 novembre scorso, in merito agli interventi su via Roma e al ripristino della Porta Barete, avrebbe dovuto esser seguita, per esplicita dichiarazione del sindaco, da altra convocazione “una settimana o dieci giorni dopo. Fino a oggi, purtroppo, tale assemblea non è stata ancora convocata, dando adito al dubbio che si voglia far slittare i tempi utili per l’intervento, rinviandolo sine die e condannando al fallimento il progetto di rimozione del terrapieno ottocentesco di via Roma e il recupero della fortificazione antemurale di Porta Barete con riapertura dell’antiporta ogivale tuttora esistente".

Così iniziava la lettera appello dei 39 che scrivevano anche: 

Dunque in audizione ieri si è scoperto che di fatto, non c'è alcun progetto, ma nonostante questo il Comune intende procedere.

Al centro della discussione c'è il terrapieno, sulla cui sorte non c'è chiarezza. E' netta la volontà di eliminarlo, come è evidente dallo stato in cui è stato ridotto e lasciato e dalla sospensione dei lavori comunicata dalla Giunta alla ditta che si sta occupando di metterlo in sicurezza.

Ieri in Commissione è spuntato un ODG giorno firmato da docici consiglieri - tra cui quelli di minoranza Daniele(Udc) e Verini(Fli) - che si discuterà quasi certamente come punto unico in un Consiglio speciale sull'argomento.

"Fermo restando il diritto dei cittadini di rientrare nelle proprie abitazioni nel più breve tempo possibile - si legge nell'ordine del giorno- si ritiene necessario la riapertura di Porta Barete procedendo attraverso: l'eliminazione totale del terrapieno ottocentesco e borbonico di Via Roma, compresi l'arco di Santa Croce e il ponte su Via Vicentini; la riapertura al passaggio pubico della fortificazione antemurale dell'ex Porta Barete mediante riapertura dell'antiporta trecentesca, oggi tamponata subito dopo il Ponte, e rimozione della risega in cemento armato sotto il ponte medesimo, che nasconde il resto murario originario del fronte Ovest dell'antemurale in parola".

Tuttavia non si conosce il futuro dopo l'eventuale eliminazione. Come si accederebbe a via Roma? L'unica possibilità ad ora sarebbe la stretta Via dei Marsi.

I 39 firmatari dell'appello non comprendono docenti della facoltà di Ingegneria. Su questo ha sollevato qualche obiezione Pierluigi Properzi: "I 39 intellettuali firmatari sostengono esattamente la proposta che i consiglieri hanno oggi stipulato senza aver valutato le questioni della storia dell'arte e dell'archeologia". Inoltre Properzi ha sottolineato in Commissione che "Su Porta Barete l'iter precedutale è confuso e privo dei fondamentali principi che dovrebbero sovrintendere agli atti amministrativi come la responsabilità, la competenza e l' adeguatezza. A questo si sta sovrapponendo un processo farlocco composto da falsa partecipazione, mancanza di informazioni, inadeguatezza tecnica preoccupante. In sostanza con la presentazione dell'Odg si vuole portare in consiglio una decisione già formulata senza riflessione in termini disciplinare e di formazione".

C'è da dire che nello scorso incontro pubblico con la sovrintendenza il Direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici Fabrizio Magani aveva sminuito il senso storico artistico e archeologico dell'operazione insinuando dei dubbi sulla realizzazione settecentesca dell'arco dell'antiporta, ossia ciò che rimane di "Porta Barete".

Sembra dunque che l'amminsitrazione stia correndo vero una delibera che molto presto, seppure emendata, sarà approvata.

Resta tuttavia la confusione.
Antonello Salvatori è
 il progettista del civico 207 di Via Roma, quello di cui si è discusso per una ipotetica sostituzione edilizia. Oggi sul palazzo c'è la certezza che non verrà toccato, d'altronde il progetto di ricostruzione è stato approvato, finanziato e avviato.

 

"Il progetto in corso di Viale Corrado IV -spiega il progettista- non ha idee di sbocco per Via Roma. Ne conseguirà congestionamento del traffico, dalla statale 17 alla statale 80, compreso il Viale della stazione e Via XX settembre" ha obiettato durante la commissione.

Sull'argomento al termine della Commissione ha preso la parola l'assessore competente per la ricostruzione Pietro Di Stefano che ha spiegato: "Santa Croce è stata posta tra le aree a breve dal commissionario alla ricostruzione mentre noi invece abbiamo insistito da subito affinché su quell'area ci fosse più attenzione possibile. Il terrapieno inoltre  ha subìto già delle trasformazioni ed oggi la parte iniziale di Via Roma è un residuo. Non abbiamo progetti ma idee - ha concluso spiegato l'assessore - proprio per confrontarci prima di fare progetti".

 

Sul tema ancora gli intellettuali scrivevano:

"Porta Barete, sul cui recupero si è sviluppata un’interessante e vivace discussione pubblica, già deturpata nei secoli scorsi, può e deve diventare oggi simbolo di una nuova cultura, di una ricostruzione che consenta il miglior recupero possibile di un centro storico che oggi viene indicato dal World Monuments Fund come uno dei 67 siti di interesse mondiale in pericolo e che, valorizzato e promosso nel quadro dell’industria turistica, di fatto costituisce la sola chance per la ripresa occupazionale ed economica della città non solo, ma anche del suo territorio, impedendo l’emigrazione in massa delle forze giovani. Rivolgiamo pertanto un pressante appello all’amministrazione locale e a tutti coloro che sentono la responsabilità che gli eventi ci hanno assegnato, affinché voglia procedere alla convocazione straordinaria di un consiglio comunale aperto che prima della fine dell’anno deliberi di procedere alla rimozione del terrapieno di via Roma e alla riscoperta della fortificazione antemurale di Porta Barete quale segnale e premessa di una ricostruzione di qualità tecnicamente idonea, rispettosa dei requisiti di storicità e bellezza, trasparente, partecipata e condivisa, e che si costituirà ad esempio della ricostruzione di qualità di tutti i centri storici del territorio devastati dal sisma. Solo così si potranno utilizzare tutte le idee e le competenze che possano migliorare la qualità delle architetture e la conoscenza storica della città, che possano fungere da volano per nuove ricerche nei diversi ambiti, che possano migliorare la vita di quanti, scommettendo sul futuro di questo territorio, vorranno abitarlo oggi e in futuro e, come detto, che possano porre le premesse per la ripresa economica del nostro Abruzzo montano.

"Porta Barete è la prima occasione che i cittadini aquilani e tutti gli abruzzesi hanno per dimostrare la volontà di contribuire a una vera rinascita che sappia valorizzare ciò che si possiede e sappia guardare al bene comune nel quale abbiano spazio anche le giuste aspettative dei singoli. A tale scopo sollecitiamo la modifica del programma delle Opere pubbliche del 2013 e l’immediata redazione del progetto per la rimozione del terrapieno di via Roma e la nuova viabilità di accesso lungo una via dei Marsi allargata a tutto il letto di via Roma. Tanto più che il progetto dovrebbe trovare copertura nei fondi della delibera Cipe 135/2012, che già prevede le risorse necessarie per i progetti speciali del piano di ricostruzione. Siamo del tutto disponibili, con le nostre diverse competenze, a collaborare per tale obiettivo comune. Oggi per Porta Barete e le Mura Civiche, domani per la rinascita e il miglior recupero possibile di tutto il centro storico cittadino e di quelli dei borghi del “cratere”".

La nota è stata sottoscritta da Francesco Avolio, Stefania Biscetti, Lina Calandra, Luigi Cataldi Madonna, Antonello Ciccozzi, Lucio Ceccarelli (Università dell’Aquila); Maria Grazia Cifone, direttrice Dipartimento di Medicina clinica Università dell’Aquila; Alessandro Clementi, già dell’Università dell’Aquila; Franca Ela Consolino, Università dell’Aquila; Alessandro Conti, Università dell’Aquila; Carlo De Matteis, già dell’Università dell’Aquila; Mario Di Gregorio, Università dell’Aquila; Ferdinando di Orio, presidente Fondazione Univaq ed ex rettore; Giannino Di Tommaso, Maria Josè Flores, Pier Ugo Foscolo, Massimo Fusillo, Luigi Gaffuri (Università dell’Aquila); Antonio Gasbarrini, Associazione «Angelus novus»; Maria Grossmann, Università dell’Aquila; Simone Gozzano, direttore Dipartimento Scienze umane; Anna Maria Iorio, Elena Merli, Giovanna Millevolte, Raffaele Morabito, Stefano Necozione, Giovanna Parisse, Fabio Redi, Angelo Russi, Barbara Savo, Livio Sardella, Anna Scannavini (Università dell’Aquila);Giovanni Schippa, ex rettore; Alfio Signorelli, prorettore alla Cultura Università dell’Aquila; Paolo Scopano, già assessore all’Urbanistica; Gianluigi Simonetti, Università dell’Aquila; Paolo Taviani, Università dell’Aquila; Walter Tortoreto, già dell’Università dell’Aquila; Elpidio Valeri, Associazione «Aternus».

(b.b.)


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore