Povertà e disperazione all'ombra del cratere sismico

Importante sentenza del Tribunale Amministrativo

13 Luglio 2011   16:16  

Per una sbagliata trascrizione di un codice fiscale ha occupato un alloggio alla Guardia di Finanza e contemporaneamente ha ottenuto l'alloggio di un appartamento del piano C.A.S.E.

Questa è la storia di povertà di un aquilano terremotato.

Il sig. Mario (nome di fantasia) con la sua famiglia dopo il sisma del 6 aprile 2009 deve abbandonare la propria abitazione e trascorrere molti mesi in una delle tendopoli aquilane. Dopo lo svolgimento del G8 e con la ricollocazione della popolazione sfollata tra piano C.A.S.E., MAP, alberghi e caserme, va ad abitare nella Scuola Sottufficiali della Guardia di Finanza.

Contemporaneamente fa domanda per un'abitazione del piano C.A.S.E. e dopo qualche mese riceve un alloggio, ma tra la crisi economica e i problemi del post sisma lo stesso con la sua famiglia preferisce restare con il vitto pagato e non abbandonare la GdF, ma non rinuncia all'appartamento in comodato d'uso del piano C.A.S.E.

La CASA è appetibile, ma il fatto di dover tornare a pagarsi i pasti è una condizione di non scelta per il sig. Mario. Infatti forte di un errore di trascrizione del suo codice fiscale riesce a restare per quasi un anno alla Guardia di Finanza e ad "occupare" l'appartamento.

In realtà la polizia dopo vari appostamenti riesce a capire che quell'appartamento era completamente vuoto e dopo la denuncia il nostro sig. Mario tenta di salvare il salvabile cercando di occuparlo. Niente da fare l'accertamento è concluso e subito parte la richiesta di lasciarlo nei termini di legge, come immediatamente deve lasciare anche la caserma.

Il Sig. Mario fa però ricorso contro lo stesso Commissario Gianni Chiodi al TAR perchè secondo lui queste richieste erano un "atto di ingiusta punizione".

Di ieri la sentenza che da ragione al Commissario e intima l'autorità amministrativa ad espletare lo sgombero e la riassegnazione dell'alloggio.

Il TAR nella sua sentenza sottolinea che pur essendo palesi le difficoltà economiche e psicologiche del sig. Mario egli ha ingiustamente bloccato una graduatoria andando a ledere i diritti di altri.

Ad oggi potrà rifare domanda per ottenere uno dei benefici abitativi che riterrà adatti alla sua famiglia.

In definitiva il TAR ribadisce che anche se esistono evidenti disagi economici e sociali questi non possono influire sulle assegnazioni abitative che vengono fatte dalla SGE che pure utilizza delle graduatorie.

Ci preme informare che il sig. Mario si è prontamente scusato con la Pubblica Amministrazione per iscritto e che ha subito ammesso la sua colpa, dettata semplicemente dalle condizioni economiche troppo disagiate.


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