Prestiti a “strozzo”, sequestro preventivo dei Carabinieri

19 Febbraio 2014   14:24  

 

Nel corso della mattinata odierna, i Carabinieri della Stazione di Pescara Scalo hanno dato esecuzione alla misura del sequestro preventivo di circa 50.000 euro depositatisu un conto corrente bancario intestato a S.K., 38enne di Santa Maria Imbaro, indagata per il reato di usura in concorso unitamente a Gianfranco Rossi, Vito Vacante e Massimo Piccirillo, già tratti in arresto il 17 giugno scorso.
I protagonisti della vicenda, a vario titolo e con ruoli differenti, approfittando delle difficoltà economiche in cui versava una nota attività commerciale della città ed altri commercianti dei paesi della provincia di Pescara e Chieti, avevano “
prestato” agli stessi ingenti somme di denaro; era, poi, con le minacce che riuscivano ad ottenere interessi a dieci giorni che oscillavano dal 10% al 15%, sforando di gran lunga i limiti imposti dalla legge in materia di usura.

Il sequestro è stato eseguito al termine di accertamenti bancari e patrimoniali dai quali è emerso che l’indagata, dal mese di aprile 2009 al mese di maggio 2012, aveva consapevolmente concesso all’ex coniuge Piccirilli Massimo di utilizzare il proprio conto corrente dal quale è risultato un movimento di circa 100.000 euro emessi, con l’utilizzo di assegni, per finanziare, a “strozzo”, i commercianti in difficoltà.

La sproporzione esistente fra i redditi dichiarati nel periodo considerato ed i saldi attivi dei conti correnti ha consentito agli investigatori di ricostruire in modo puntuale i passaggi di denaro che, dopo l’arresto di Piccirilli Massimo, erano confluiti su un nuovo conto corrente acceso a nome della donna.

L’attività è la prosecuzione di quella condotta nel giugno 2013 che aveva portato al sequestro di 29 conti correnti, 200.000 euro in titoli di credito ed il rinvenimento durante una perquisizione di ulteriori 100 tra assegni e cambiali, oltre a diverse migliaia di euro in contante.

Le vittime dell’usura erano imprenditori di ogni genere: nelle rete erano caduti un piccolo commerciante,un gioielliere, il titolare di un’azienda di movimento terra come quello di una tipografia.

Le vittime, nonostante il vicolo cieco in cui si erano messe, hanno fornito piena collaborazione solo quando il quadro probatorio era già definito.

Le dimensioni dell’attività testimoniano come, specie in periodi di contrazione economica, tanti imprenditori siano disposti a tutto pur di rimanere in piedi, perfino a mettersi nelle mani di usurai senza scrupoli.

La misura cautelare è stata emessa per il reato di usura continuata in concorso dal G.I.P. di Pescara Dott. Gianluca Sarandrea, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica, Dott. Gennaro Varone.

 

 

 


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