Prime osservazioni sulle direttive per recupero centri storici

Ricostruzione, critiche alle linee guida di Fontana

20 Gennaio 2010   13:17  

"Si è avuto finalmente un primo confronto sulla politica di ricostruzione con la nuova struttura di coordinamento composta da Chiodi, Cialente e il 'nuovo commissario' l’arch. G. Fontana e si è potuto registrare il clima di profonda delusione che ha pervaso tutti i tecnici presenti ma soprattutto gli amministratori". È quanto scrive l'architetto Antonio Perrotti del Comitatus Aquilanus.

"Alcuni di questi - prosegue la nota elaborata dal Comitatus Aquilanus e dal Circolo per la valorizzazione delle terre pubbliche - sono infatti stati costretti a denunciare l’assenza di qualsiasi previsione finanziaria con una carenza di attenzione sostanziale ai problemi dei piccoli comuni.

Ci siamo trovati di fronte ad un discorso tecnicistico astratto senza avere risposte vere sui reali problemi che si dovranno affrontare per la ricostruzione dei centri storici.

In particolare l’arch. Fontana ha presentato un pacchetto di articoli in gran parte ultronei come :

  • quello sui criteri,le indagini e la documentazione fotografica per perimetrare i centri storici ignorando che tutti i comuni interessati hanno da tempo fatte le perimetrazioni e molti addirittura sono dotati di Piani di Recupero (che va sicuramente attualizzato con la semplice sovrapposizione dei rilevamenti del danno );

  • (o ancora !) come quelli sui contenuti e la procedura di approvazione dei Piani di Ricostruzione , del tutto assimilabili ai Piani di Recupero vigenti di cui alla L.R. 18/83 e s. m. e i.;

  • Quello che intende sottoporre i Piani di Ricostruzione a defatiganti procedure di VIA (che non sono state fatte neanche per i ben più consistenti nuovi comparti del Piano C.A.S.E. !!).

Del tutto inopportuna appare la scelta di ribadire che la perimetrazione del centro storico di L’Aquila va estesa al perimetro delle antiche mura ricomprendendo quartieri come S. M. di Farfa, come la Villa o le case popolari prossime a Porta Roma ,che invece sono assimilabili alle zone di completamento o espansione esterne e perciò accessibili e ristrutturabili come singole palazzine (magari e sicuramente all’interno di una specifica Variante al PRG vigente).

Si è ignorata per L’Aquila ma anche per gli altri centri storici la buona analisi fatta dal PRG del “79 e la preziosa documentazione che è stata elaborata nel 2000 per la regione e per i comuni dal prof. Vittorini nell’ambito della ricerca estesa a tutti i centri del Comitatus Aquilanus.

 

E’ apparsa interessante l’evocazione di un Piano Strategico di Comprensorio –Cratere quale presupposto per verificare valenze territoriali e coerenza degli interventi. A tale proposito dobbiamo infatti aggiungere e sottolineare che l’Area di Attuazione Programmatica del Quadro di Riferimento Regionale vigente coincide con tale areale e che per la stessa abbiamo chiesto l’ambito ottimale per la Zona Franca.

Mentre sono rimaste inevase le fondamentali questioni economiche legate al Programma Pluriennale di Attuazione degli interventi e,soprattutto, alla definizione della casistica degli aventi diritto al contributo.

Infatti nei nostri centri storici ci troveremo di fronte ad un ventaglio diversificato di situazioni dai grossi contenitori pubblici (palazzi, castelli, chiese), ai (pochi !) proprietari residenti,agli ex-proprietari e ai loro familiari,ma anche ai non proprietari e agli emigranti, fino a quelle situazioni in cui per mancate successioni e divisioni non abbiamo referenti o ne abbiamo troppi (gli informali eredi).

Una particolare indicazione normativa va anche data per tutto il patrimonio edilizio che era già prima del terremoto diruto e che in via più o meno informale ed illegittima viene riproposto dai sindaci.

Manca del tutto un esplicito riferimento alle differenziate situazioni catastali,sociali ed economiche , ma anche strutturali-tecnologiche e,quindi soprattutto, ai criteri di impostazione dei comparti e delle unità minime di intervento dettati da esigenze di prevenzione sismica di eliminazione di nodi di fragilità dei tessuti e/o delle schiere.

A tale proposito appare urgente diffondere,pubblicizzare e metter rapidamente a disposizione delle A.C. sia le schede di rilevamento che i più recenti e importanti rilievi per la microzonazione sismica.

Infine non appare del tutto condivisibile la configurazione dei Sindaci come “commissari unici” che andranno a fare scelte urbanistiche fondamentali magari con il solo supporto di informali consulenti provvisori come ha già fatto Cialente a L’Aquila .

Riteniamo quindi che debbano essere recuperate ed attivate tutte le conoscenze-esperienze locali compresa la (latitante) Facoltà di Ingegneria che da anni fa ricerche e che magari forse preferisce trasformarle in consulenze “private”.

Bisogna infine ribadire - conclude la nota delle due associazioni - che le scelte legislative e normative vanno riportate al Consiglio Regionale che tra l’altro ha fin da luglio istituito un Gruppo di Coordinamento tecnico-politico e che più in particolare vadano,finalmente e comunque, riportate ai Consigli comunali magari con tempi perentori e con il potere sostitutivo le scelte urbanistiche fondamentali".


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