Processo D'Alfonso, il testimone: ''Quei conti correnti erano della nonna del sindaco''

09 Gennaio 2012   15:32  

E' ripreso oggi, al tribunale di Pescara, dopo la pausa per le festivita' natalizie, il processo sulle presunte tangenti al Comune di Pescara, che conta tra i 24 imputati l'ex sindaco Luciano D'Alfonso, il suo ex braccio destro Guido Dezio, e gli imprenditori Carlo e Alfonso Toto. 

Al centro dell'udienza la riqualificazione dell'area di risulta e l'appalto sui cimiteri. In mattinata e' comparso sul banco dei testimoni l'architetto Antonio Monestiroli, che si e' occupato del progetto di riqualificazione dell'area di risulta.  

Monestiroli ha detto che inizialmente era prevista la realizzazione di un grande parco, di una biblioteca-mediateca e di una sala per le feste. "Poi il progetto e' stato ridimensionato in quanto - ha spiegato - l'amministrazione comunale chiese di abbattere i costi". 

Il testimone ha poi sostenuto di "non aver mai ricevuto pressioni da nessuno. Questa - ha detto - e' una cosa molto rara". Tra le testimonianze anche quella di Piero Picardi, coordinatore, a livello europero, dell'iniziativa finalizzata al commercio con l'estero "World Trade Center". Il teste, tra le altre cose, ha riferito di un viaggio a New York di D'Alfonso per parlare del progetto e per incontrare una associazione di immigrati italiani. Picardi ha detto di non sapere chi ha pagato le spese del viaggio. 

In mattinata e' stato ascoltato anche Sergio Di Pietrantonio, ex dipendente del Comune di Pescara e amico intimo della famiglia D'Alfonso. Il testimone ha riferito di alcune questioni private dell'ex sindaco. Di Pietrantonio ha detto che D'Alfonso riscuoteva la pensione di una zia e ha parlato del rapporto stretto con la nonna, di cui avrebbe gestito alcuni locali a Lettomanoppello. Questi elementi per la difesa giustificano i conti correnti fermi dell'ex sindaco contestati dal pm Varone.


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