Processo discarica Bussi, parti civili contestano ricusazione giudice

13 Febbraio 2014   14:44  

Secondo le associazioni ambientaliste e diversi Comuni, parti civili nel procedimento giudiziario riguardante la mega discarica di Bussi (Pescara), la richiesta di ricusazione presentata dai difensori degli imputati nei confronti del presidente della Corte d'Assise di Chieti, Geremia Spiniello, non ha alcun fondamento. Il processo di Bussi conta 19 imputati, quasi tutti ex amministratori e vertici della Montedison,che devono rispondere di avvelenamento delle acque.
Nei giorni scorsi gli avvocati della Montedison hanno presentato l'istanza di ricusazione perche' il giudice Spiniello in una intervista avrebbe detto che sara' "resa giustizia".
Per le parti civili, che hanno costituito un coordinamento, "rendere giustizia tuttavia non vuol dire affatto preannunciare una condanna, ma soltanto l'impegno ad applicare le norme definendo il processo.
E per il caso di Bussi applicare le norme definendo il processo e' semplicemente un dovere istituzionale impellente, a distanza di oltre cinque anni dalla prima udienza".
"Rendere Giustizia - ha spiegato l'avvocato Tommaso Navarra, legale del WWF e di Legambiente - vuol dire solo applicare la legge e condurre a termine un giudizio.
Se poi parliamo del processo di Bussi, questo vuol dire accertare i fatti dopo cinque anni di udienze; se le parole sono state usate e se le stesse hanno un senso, nessuno puo' pensare che si sia voluto anticipare un giudizio.
Il servizio mandato in onda dalla Rai - ha aggiunto e' peraltro inequivocabile nell'escludere la pronuncia di dette espressioni e comunque in ordine alla chiara volonta' di garantire a tutti i soggetti interessati (imputati e persone offese) una rapida conclusione di un iter giudiziale sino ad oggi troppo lungo e farraginoso in spregio del canone del giusto processo che costituzionalmente garantisce anche tempi e modi celeri di definizione del giudizio penale.
E questo e' stato fatto sino ad oggi dalla Corte di Assise di Chieti che, facendo uscire il processo dalle sabbie mobili di una udienza preliminare protrattasi per ben quarantacinque udienze, ha finalmente calendarizzato per il prossimo giugno la pronuncia della sentenza di primo grado".
"Noi - ha concluso- vigileremo con forza al fine di garantire al nostro territorio questo risultato, indipendentemente dalla pronuncia (di condanna o meno) che verra' adottata". "Ci auguriamo - ha detto- l'avvocato Fabio De Massis, legale del Comune di Tocco da Casauria - che i difensori degli imputati ritirino la richiesta di ricusazione, perche' riteniamo che sia interesse comune arrivare alla definizione del processo che ha avuto tanti intoppi procedurali.
Credo anche che la scelta da parte degli imputati di accedere al rito abbreviato sia una conferma di una necessita' di fare chiarezza su tutta la vicenda". Secondo l'avvocato Franco Perolino, legale del Comune di Pescara, nell'immediato non si corre il rischio della prescrizione "ma sicuramente c'e' il rischio di un ritardo.
La discarica di Bussi e' una ferita aperta, prolungare questa ferita significa in qualche modo arrecare un grandissimo danno a tutti i cittadini abruzzesi". "L'auspicio - ha sottolineato il presidente del WWF Abruzzo Luciano Di Tizio - e' che la Corte d'Appello prenda in esame in tempi rapidissimi l'istanza di ricusazione in modo tale che il processo possa proseguire secondo il calendario gia' fissato".
Per il presidente del WWF "sarebbe insopportabile un ulteriore allungamento dei tempi. L'obiettivo di un procedimento giudiziario e' per definizione l'accertamento della verita' e non certo la prescrizione dei reati contestati".


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