Prostituzione, chiusi 3 centri massaggi cinesi, 2 a L'Aquila 1 ad Avezzano, 4 arresti

02 Luglio 2014   09:20  

 Dietro l'apparente regolarita' di un centro massaggi si nascondeva una casa di prostituzione, creata e gestita da 2 uomini e 2 donne, tutti cinesi, ora arrestati d agenti della Squadra mobile dell'Aquila.
Gli indagati, secondo quanto ricostruito, avevano iniziato con l'aprire un locale all'Aquila, nel settembre del 2013, e poi, visto il successo, ne avevano avviati altri due, uno sempre nel capoluogo abruzzese e l'altro ad Avezzano.
Gli investigatori hanno scoperto che diverse le ragazze si alternavano come massaggiatrici e prostitute nei centri, denominati Shangahi (il primo aperto e che ha dato il nome all'operazione), e Lin massage e Valentina (quello di Avezzano).
Oltre ai 4 arrestati, la Squadra mobile, ha denunciato in stato di liberta' altri 2 cinesi, un uomo ed una donna, titolari giuridici dei centri massaggi, ora chiusi con decreto preventivo del Gip del Tribunale dell'Aquila.

Le persone arrestate nell'ambito dell'operazione "Shangai" della Squadra mobile dell'Aquila, per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione cinese sono: Alex Lin di 25 anni residenti all'Aquila.

Arresti domiciliari per due donne, Fenfen Lin, 26 anni residente all'Aquila, e Xuqi Ye, 38 anni residente a Torano Nuovo (Teramo), Rongpu Yang, 37 anni domiciliato all'Aquila.
Denunciati in stato di liberta' altri due cinesi, una donna e un uomo, titolari giuridici dei centri: si tratta di M.Z. 43 anni, residente a Torano Nuovo (Teramo) e S.Y. 32 anni, residente a Controguerra (Teramo). 

   Una decina le ragazze che si alternavano come massaggiatrici e prostitute all'interno dello "Shangai" (gestito da Yang e Ye), da cui il nome dell'operazione, nel "Lin Massage" (gestito da Lin e Alex) e "Valentina" (gestito sempre da Yang). 

   Le indagini della sezione Criminalita' straniera e prostituzione della squadra Mobile aquilana sono partite nell'ottobre scorso e sono andate avanti fino al marzo 2014 attraverso attivita' di intercettazioni telefoniche e ambientali, e soprattutto con telecamere nascoste posizionate all'interno dei locali, e servizi di osservazione e pedinamento.
Sono diverse decine i clienti, che non rischiano nulla, che frequentavano dalle 9 la mattina fino a sera inoltrata i centri massaggio dove un massaggio costava 30 euro mentre una prestazione sessuale 100 euro.

 I clienti venivano reperiti su internet e poi gestiti telefonicamente. Alla prima telefonata gli organizzatori negavano che ci fossero prestazioni sessuali ma invitavano i clienti a parlarne a voce alcuni sono stati sentiti e hanno confermato.

Le indagini  scattate nell'ottobre del 2013 e sono state dirette da Maurilio Grasso. 


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