Provincia Pescara: una società in house per salvare i precari?

12 Ottobre 2010   15:24  

Ancora animi agitati e tanta amarezza per i 66 precari della Provincia di Pescara per i quali il 27 settembre scorso si è chiuso un ciclo lavorativo che durava per molti da quasi 10 anni o anche di più.
Si fanno vedere a piccoli gruppi a Palazzo dei Marmi, vogliono sapere se anche le ultime ipotesi loro prospettate, che prevedono la creazione di una società in house o l’esternalizzazione dei servizi, sono ancora al vaglio degli amministratori. Gli incontri con i sindacati si susseguono, questo è un dato certo, segno che la vicenda non si è definitivamente conclusa e potrebbero esistere forse ancora margini di intesa tra gli ex dipendenti e l’Ente. I toni si sono placati, i picchetti sospesi ma in tanti stanno valutando di continuare la battaglia per vie legali e intanto sono andati a reiscriversi come disoccupati al Centro per l’Impiego, che paradossalmente si è retto fino a poco tempo fa sulle professionalità di queste persone.
Facciamo il punto della situazione con Sergio Fioriti, presidente della III Commissione Consiliare Permanente per la Formazione Professionale e Politiche del Lavoro. “Dobbiamo chiarire molti aspetti di questa complessa e dolorosa vicenda. La stabilizzazione così come proposta da alcuni sindacati è esclusa a priori per i motivi che sono stati ampiamente dibattuti e spiegati. Si continua invece a discutere all’interno delle commissioni perché c’è l’intenzione dell’amministrazione di mantenere in vita tutti i servizi che già esistono presso il Centro per l’Impiego e di crearne di nuovi per rispondere meglio alle esigenze del territorio. Per far fronte a questa situazione, già l’estate scorsa si era avanzata l’idea della creazione di una società in house, LINFA s.r.l. con nuovi criteri di efficienza ed economicità anche in previsione della fuoriuscita dei lavoratori a tempo determinato. Questa proposta è stata accantonata ma non abbandonata”.
Questa iniziativa è stata fatta propria anche dalle sigle sindacali, CISL – FP, CONFSAL, FENAI, CSA, ad esclusione della CGIL e UIL, che sono state ascoltate più volte in commissione, anche in data odierna. La loro proposta esplicita, ma non diretta, è quella di creare delle corsie preferenziali per gli ex lavoratori a tempo determinato che hanno acquisito professionalità nel periodo durante il quale hanno prestato servizio in Provincia.
Continua Sergio Fioriti – “la vicenda del personale non riguarda solo i Centri per l’Impiego, che continuano comunque ad erogare i servizi utilizzando personale interno e distaccato, ma anche molti altri settori dove si registrano vistose carenze, come quello trasporti o l’eurosportello, e che quindi saranno anch’essi oggetto di una revisione ed una ottimizzazione generale. Il nostro obiettivo rimane quello di migliorare i servizi, facendo fruttare al meglio le risorse, sempre inferiori, che ci hanno portato alla decisione radicale di non stabilizzare i precari”.
Quindi nessuna speranza per i precari? “Con tutti gli strumenti che la legge ci consente, sicuramente terremo conto delle competenze acquisite da coloro che hanno già lavorato con noi, ma non sappiamo per quante unità”.

(CF)


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