Raddoppio della ferrovia Roma-Pescara sotto accusa: “Nessuna copertura finanziaria concreta

20 Novembre 2025   19:16  

Il consigliere regionale avanza dubbi sulla copertura economica e sulla recente proposta di classificazione come infrastruttura di mobilità militare per la linea Roma-Pescara, chiedendo trasparenza e chiarimenti urgenti.

Il progetto di velocizzazione e rafforzamento infrastrutturale della linea ferroviaria che collega Roma e Pescara, da tempo promosso da Rete Ferroviaria Italiana (RFI) e dal Governo, rischia di incappare in nuove tensioni politiche e amministrative. La linea, attualmente su binario singolo in gran parte del percorso, dovrebbe vedere un potenziamento che secondo i documenti ufficiali porterà i tempi di percorrenza da circa 3 ore 20 minuti a circa 2 ore.
Tuttavia, per Antonio Di Marco, vicepresidente della Commissione Ambiente, Infrastrutture e Territorio della Regione Abruzzo, «l’opera non ha gambe per camminare”.»

Di Marco segnala che da tempo mancano riscontri nei documenti ufficiali circa le risorse finanziarie effettivamente stanziate per completare l’intera tratta. In particolare, mette in evidenza che sebbene il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, continui a dichiarare che l’opera sia “tutta coperta”, gli atti ufficiali – per Di Marco – non confermano queste affermazioni.
Il nodo centrale, secondo Di Marco, è che mentre l’infrastruttura era concepita come asse strategico per la mobilità merci e passeggeri tra Tirreno e Adriatico, ora si profila la possibilità di riclassificarla come opera di mobilità militare, al fine di accedere a fondi della Difesa e dell’Unione Europea.

L’idea di inserirla tra le “spese della Difesa” sarebbe stata avanzata da Marsilio nel corso di un incontro a Bruxelles con il Commissario europeo ai Trasporti, Apostolos Tzitzikostas.
Per Di Marco, questa svolta rischia di snaturare il progetto: «Prima che diventi un’infrastruttura di trasporto per mezzi militari anziché per merci e persone», ammonisce, «chiederò in Commissione Vigilanza chiarimenti su tutti gli aspetti irrisolti».

Tra i punti che richiedono chiarimento vi sono: il reale stato dell’arte del progetto, il numero e l’importo delle risorse effettivamente disponibili, la presenza o meno di varianti locali (come quella proposta dal Comune di Manoppello per il “lotto zero”), e la promessa di interramento della linea presso San Giovanni Teatino. Di Marco segnala inoltre che diverse imprese operative lungo il tracciato sarebbero a rischio a causa del blocco lavori e della mancata delimitazione del cronoprogramma, con ricadute economiche e occupazionali per il territorio.

Da parte del comparto tecnico-infrastrutturale, il progetto divide la realizzazione in più lotti funzionali: per esempio, lo studio di fattibilità tecnico-economica del lotto Manoppello-Scafa (parte del tracciato) è stato elaborato da RFI già nel 2020.
Sul piano economico, il costo dell’intero intervento è stimato in varie decine di miliardi: secondo fonti locali, fino a 10 miliardi di euro solo per il raddoppio/velocizzazione della direttrice Roma-Pescara – Sulmona – Avezzano. 


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