Rai nella bufera: le consulenti incinte possono essere licenziate. Lorenza Lei: "Mai accaduto"

Nuova polemica a viale Mazzini

21 Febbraio 2012   10:24  

La Rai è finita di nuovo al centro di una burrascosa polemica dopo che il blog 'Errori di stampa' ha pubblicato online una foto che mostra alcune clausole del contratto di consulenza della tv di Stato, con tanto di lettera indirizzata alla direttrice generale, Lorenza Lei:


Le chiediamo di porre fine al proliferare di contratti “ultraleggeri”, di sostituirli con scritture più serie, realisticamente rispondenti alle mansioni del lavoratore. E di stralciare dal testo la penosa “clausola gravidanza” contenuta al punto 10 del contratto di consulenza. […] Sull’interpretazione di quel punto non ci sono dubbi: se una donna rimane incinta la Rai potrà valutare l’incidenza della gravidanza sulla produttività della lavoratrice e, se questa ne risultasse compromessa, si riserva sostanzialmente di risolvere il contratto. In Rai, quindi, l’azienda editoriale che lei dirige, non solo i giornalisti sono “consulenti”, pagati a cottimo e costretti a versare Inps o Enpals al posto dell’Inpgi. Ma hanno anche l’umiliazione di sapere che scegliere un figlio potrebbe implicare la rinuncia coatta al lavoro.


Bisogna comunque precisare come al blog creato dai giornalisti precari romani non risulti che tale clausola sia stata applicata, ma rimane il fatto che il contratto esiste ed è quindi stato senz'altro proposto ad alcune giornaliste. Ragione per cui la Rai potrebbe tranquillamente licenziare una donna incinta nell'ipotesi in cui dovesse diventare 'improduttiva'. 


La Rai ha deciso di rispondere in maniera ufficiale alle polemiche con un comunicato nel quale si legge:


La RAI conferma di essersi sempre scrupolosamente attenuta al rispetto delle norme a tutela della maternità. Non esiste quindi alcuna clausola che possa consentire la risoluzione anticipata dei rapporti lavorativi del personale con contratto, anche a termine, di natura subordinata.Quanto ai contratti di lavoro autonomo – ai quali come noto non si applica lo Statuto dei Lavoratori né le relative tutele – la RAI precisa di non essersi mai sognata di interrompere unilateralmente contratti di collaborazione a causa di maternità, a meno che questo non sia stato richiesto dalle collaboratrici interessate per ragioni attinenti allo stato di salute o alla loro sfera personale.Ogni qualvolta si sia determinata l’esigenza di interrompere i contratti – si ripete su richiesta delle collaboratrici – RAI si è sempre adoperata per assicurare loro futuri impegni professionali al venir meno della ragione impeditiva pur senza aver alcun obbligo di legge al riguardo.


Altrettanto prontamente, è arrivata una nota di Lorenza Lei che ha precisato:


Ho dato agli uffici competenti l’incarico di valutare interventi sulla clausola, anche se tengo a sottolineare che in Rai non c’è mai stata alcuna discriminazione o rivendicazione in merito, né certamente sono mai emersi, fin qui, dubbi di legittimità


Restiamo in attesa degli esiti...


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