Rapporto Cresa: fotografia di una Regione nel pieno della crisi

30 Luglio 2013   15:41  

Oggi il Cresa ha illustrato i risultati dell'Indagine "Economia e Società - Rapporto 2012". Eccoli qui di seguito in un'ampia sintesi.

IL QUADRO MACROECONOMICO

In un contesto nazionale ancorché recessivo, l’Abruzzo ha registrato nel 2012 - secondo le più recenti stime di Prometeia - una riduzione del PIL del 3% in termini reali, dovuta principalmente alla caduta della domanda interna.

La domanda estera netta - insieme con l’accumulo delle scorte - ha dato un impulso moderatamente positivo, grazie a un ridimensionamento delle importazioni più ampio di quello delle esportazioni.

La crisi che ha investito la regione, cui si sono sovrapposti gli effetti del sisma dell’aprile 2009, è stata preceduta - in analogia con il resto del paese - da un lungo periodo di crescita economica non solo modesta ma anche nettamente inferiore a quelle degli altri grandi paesi europei.

Tra il 2001 e il 2007 il PIL abruzzese è cresciuto ad un tasso medio annuo dello 0,6%, la metà circa di quello medio nazionale, mentre nell’eurozona la crescita è stata del 2%.

In questo stesso periodo anche la produttività del lavoro ha mostrato un andamento stagnante. Per tali ragioni gli effetti della crisi globale sono stati più severi che altrove.

Fra il 2008 e il 2012, in Abruzzo il PIL è diminuito del -7,2% a fronte del -5,7% nazionale (nello stesso periodo in Francia è rimasto pressoché invariato mentre in Germania è aumentato del 2,5%). L’incidenza della povertà relativa ha raggiunto in Abruzzo il 16,5% della popolazione (12,7% in Italia), aumentando nell’arco di un anno di oltre 4 punti percentuali.

IL SISTEMA DELLE IMPRESE

Nel 2012 le imprese attive in Abruzzo (131.072, pari al 2,5% del totale Italia) si sono contratte dell’1,5% rispetto all’anno precedente.

Il calo ha interessato soprattutto i settori dell’agricoltura, delle costruzioni, del manifatturiero e del commercio.

Le imprese manifatturiere (12.567) appaiono in diminuzione dal 2009 e mostrano un calo del 15% rispetto al 2006, inferiore di due punti percentuali rispetto a quanto registrato a livello nazionale.

In linea con la tendenza nazionale, la struttura imprenditoriale abruzzese in questi ultimi anni è stata interessata da un intenso processo di riorganizzazione e di consolidamento: le imprese individuali, che rappresentano ancora oltre due terzi del totale, vanno progressivamente riducendosi mentre si amplia la quota di imprese con assetto gestionale ed organizzativo più complesso, in particolare fra i servizi pubblici essenziali.

L’AGRICOLTURA

Le stime dell’istituto di analisi Prometeia mostrano una contrazione del
valore aggiunto agricolo regionale del 4,0% rispetto al 2011. Secondo i
dati provvisori dell’Istat, nel 2012 la produzione di cereali è aumentata
del 5,5% insieme a un incremento delle superfici coltivate.

Le coltivazioni foraggere sono diminuite (-6,7%), mentre la produzione di ortaggi e tuberi è lievemente cresciuta (1,0%).

Fra le coltivazioni arboree, la produzione è calata nel comparto olivicolo (-5,2%), mentre si è registrato un notevole incremento nel settore vitivinicolo (7,9%).

L’EDILIZIA

Alla fine del 2012 il numero delle imprese di costruzioni attive era pari a
19.953 unità, circa il 3% in meno rispetto all’anno precedente.

L’anno scorso l’edilizia abitativa ha sperimentato una forte caduta (-20% degli investimenti in nuove abitazioni) cui hanno contribuito simultaneamente crisi economica, difficoltà di accesso al credito e inasprimento
dell’imposizione fiscale.

Andamenti ugualmente negativi sono registrati dall’edilizia privata non residenziale.

L’unico comparto a mostrare una  certa tenuta è quello del recupero abitativo. Secondo l’Associazione degli edili la contrazione dei bandi per l’esecuzione di opere pubbliche è stata nel 2012 particolarmente marcata: il valore complessivo delle gare d’appalto si è più che dimezzato rispetto al 2011, attestandosi sui valori più bassi degli ultimi dieci anni.

La diminuzione ha interessato tutte le province eccetto Teramo, dove ha inciso positivamente una intensa attività nel settore sanitario.

L’Ance prospetta per il futuro una situazione molto difficile anche nelle zone colpite dal sisma legata sia all’avvio di pochi nuovi interventi sia all’incertezza sui fondi disponibili.

IL TURISMO

I dati provvisori elaborati dalla Regione Abruzzo indicano per il 2012 un movimento complessivo di 7,3 milioni di unità, in calo del 2,3% rispetto all’anno precedente: tale flessione è conseguenza di una diminuzione delle giornate di soggiorno dei turisti italiani (-3,1%) a fronte di un lieve aumento delle presenze straniere (2,7%). Il calo ha coinvolto la componente extralberghiera (-1,5%) ma ancor più quella alberghiera (-2,6%).

GLI SCAMBI CON L’ESTERO

Nel 2012 le esportazioni delle imprese abruzzesi sono diminuite in valore del 4,8% rispetto all’anno precedente, a fronte di un aumento del 3,7% in Italia. Nel comparto dei mezzi di trasporto le vendite all'estero si sono contratte sensibilmente (-8%) dopo due anni di ripresa sostenuta.

Nei settori del made in Italy le esportazioni sono diminuite particolarmente nei prodotti in legno (-17,8%) e nel tessile-abbigliamento (-8,7%); hanno sostanzialmente ristagnato nel comparto alimentare (-0,4%), attestandosi comunque su livelli superiori a quelli pre-crisi.

Hanno fatto registrare aumenti i prodotti farmaceutici, gli apparecchi elettrici ed i macchinari.

IL MERCATO DEL LAVORO

Il mercato del lavoro abruzzese ha mostrato nel 2012 segnali di progressivo deterioramento. L'occupazione ha complessivamente tenuto, anche per effetto dell'accresciuto ricorso alla Cassa integrazione guadagni (Cig).

È cresciuto invece marcatamente il numero di persone che cercano attivamente un'occupazione: il tasso di disoccupazione è di conseguenza aumentato (dall’8,5% al 10,8%) in particolare per le classi di età più giovani (33% nella classe di età 15-24 anni; nel 2008 era al 19,7%).

L’occupazione nel terziario ha registrato un andamento lievemente decrescente (-0,1%), esito di una contrazione nel commercio e nelle attività di ristorazione (-1,2%) non compensata dall’incremento degli altri servizi (0,3%).

L’aumento degli occupati nell’industria in senso stretto (2,2%) è da inquadrarsi in un contesto di forte ricorso alla Cig. Anche nel settore delle costruzioni l’occupazione è cresciuta (7,9%), spinta dall’incremento  registrato in provincia di L’Aquila.

IL PROFILO SOCIO-DEMOGRAFICO

Secondo i dati del 15° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni, la popolazione residente in Abruzzo ammontava, a fine 2011, a 1.307.309 unità, il 3,6% in più del 2001.

Tale incremento è da attribuire esclusivamente alla componente straniera; infatti, nel decennio intercensuario, la popolazione di cittadinanza italiana è diminuita di 1.835 individui mentre quella straniera è aumentata di 46.752. La provincia di Teramo è l’unica in cui più della metà dei comuni (25, pari al 53,2% del totale) ha registrato un incremento della popolazione.

La provincia di Chieti detiene invece il primato del maggior numero di comuni (79) che hanno visto ridursi il numero di residenti. Seguono la provincia di L’Aquila (69) e quella di Pescara (28).

L’ECOSISTEMA URBANO IN ABRUZZO

L’indagine condotta da Legambiente “Ecosistema Urbano 2012. XIX Rapporto sulla qualità ambientale dei capoluoghi di provincia” - comprende 25 indicatori sulle principali componenti ambientali presenti nelle città, quali aria, acqua, rifiuti, trasporti, spazi verdi, energia e politiche ambientali.

Considerando che l’indice sintetico di valutazione del sistema urbano è espresso in termini di prossimità/distanza percentuale rispetto ai valori di una città “idealmente” sostenibile e che le graduatorie prevedono tre tipologie di città (grandi, medie e piccole) basate sulla popolazione, la classifica finale vede Pescara collocata in 37a posizione su 44 “medie” città italiane; Chieti, Teramo e L’Aquila rispettivamente al 12o, 20o e 35o posto tra le 45 città di “piccola” dimensione.

 

 


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