Rapporto Svimez: Abruzzo regione più ricca di un sud in profonda crisi

Due giovani su tre disoccupati

29 Luglio 2011   14:01  

Nel Mezzogiorno "la regione con il Pil pro capite piu' elevato e' l'Abruzzo (21.574 euro), che comunque registra un valore di circa 2.200 euro al di sotto dell'Umbria, la regione piu' debole del Centro-Nord.

Seguono il Molise (19.804), la Sardegna (19.552), la Basilicata (18.021 euro), la Sicilia (17.488), la Calabria (16.657) e la Puglia (16.932). La regione piu' povera e' la Campania, con 16.372 euro".

Lo rileva il rapporto Svimez 2011 sull'economia del Mezzogiorno. "L'area che nel 2010 ha trainato il Paese - spiega il rapporto - e' stata il Nord-Est (+2,1%), seguita da Centro (+1,5%) e Nord-Ovest (+1,4%). A livello regionale, la forbice oscilla tra il boom del Veneto (+2,8%) e la flessione della Basilicata (-1,3%).

A seguire, Friuli Venezia Giulia, Marche e Abruzzo segnano tutte un +2,3%, Umbria un +2,2%. Crescita anche per il Lazio (+1,8%), Lombardia e Trentino Alto Adige (+1,7%), Emilia-Romagna (+1,5%), Valle d'Aosta (+1,4%) Piemonte e Sardegna (+1,3%)".

Al Sud e' "emergenza giovani: 2 su 3 sono a spasso". Nel Mezzogiorno il tasso di occupazione giovanile (15-34 anni) si attesta nel 2010 ad appena il 31,7% (il dato medio del 2009 era del 33,3%; per le donne nel 2010 non raggiunge che il 23,3%), segnando un divario di 25 punti con il Nord del Paese (56,5%). "La questione generazionale italiana - sottolinea il rapporto - diventa quindi emergenza e allarme sociale nel Mezzogiorno".

Famiglie meridionali "in difficolta'" sul fronte dei consumi, anche alimentari. I consumi a livello nazionale, spiega il rapporto, "crescono moderatamente nelle famiglie (+1%), mentre calano nella pubblica amministrazione per effetto delle manovre correttive (-0,6%). A livello disaggregato la performance nelle due aree e' simile nella spesa della Pa (-0,5% al Sud, -0,6% al Centro-Nord)".

Tuttavia, sottolinea la Svimez, "non e' cosi' per le famiglie: nel 2010 l'incremento della spesa nel Mezzogiorno e' stato un terzo del Centro-Nord (+0,4% contro +1,3%). In particolare, i consumi di vestiario e calzature sono aumentati nel Centro-Nord del 3,9%, solo dello 0,7% al Sud; giu' invece la spesa per beni alimentari (-0,4%), rispetto al +0,3% dell'altra ripartizione, una chiara indicazione delle difficolta' delle famiglie meridionali a sostenere il livello di spesa". Nel rapporto si segnala inoltre che "dal 2000 al 2010 la spesa delle famiglie al Nord e' cresciuta dello 0,5%, al Sud e' scesa dello 0,1%. Piu' elevata nel periodo la spesa della p.a: +1,4% al Sud, +1,6% nel Centro-Nord".


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