Regionali; Lolli, garantiti cittadini e candidati Presidente reggente ripercorre tappe decisione dat

18 Settembre 2018   10:00  

"Ci siamo mossi velocemente nel rispetto delle regole e per garantire la partecipazione di cittadini e candidati. Abbiamo esaminato i pareri dell'ufficio legislativo del Consiglio regionale, quello dell'avvocatura regionale e anche quelli, di diverso orientamento, delle forze di opposizione. La prima data utile è stata il 10 febbraio prossimo".

Così all'ANSA, il presidente reggente della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli ((Pd), che ha raccolto il testimone dopo le dimissioni del senatore del Pd Luciano D'Alfonso, poco dopo aver comunicato che in Abruzzo si voterà il prossimo 10 febbraio. Lolli, che domani firmerà il decreto, ripercorre senza mai un accenno polemico in relazione alle critiche ricevute, il percorso che lo ha portato alla decisione. Non prima di aver sottolineato che "la proposta di votare il 10 febbraio è stata formulata dal sottoscritto dopo averla concordata con il presidente della Corte d'Appello dell' Aquila, la dottoressa Fabrizia Francabandera, che ringrazio molto per il contributo decisivo, e sentito il presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio". "Abbiamo valutato - continua - che se compresso il termine di 120 giorni dalla pubblicazione del decreto di scioglimento del consiglio regionale del 22 agosto scorso, per assicurare il cosiddetto diritto di elettorato passivo, cioè la possibilità di candidatura, prevalentemente a sindaci e funzionari pubblici, avrebbe potuto causare molti ricorsi finalizzati ad invalidare le elezioni, quindi ci siamo attenuti a quel termine con la conseguenza che la prima data utile è risultata il 23 dicembre". Lolli spiega poi che "considerando che per le festività natalizie e di fine anno, non si sarebbe potuto votare né in quel giorno, né nelle due settimane successive, siamo arrivati al 13 gennaio".

"Qui - chiarisce Lolli - ho accolto il riferimento previsto dalle norme di poter 'effettuare la propaganda elettorale', il periodo che la legge individua nei 30 giorni precedenti la data del voto per dare modo ai cittadini di farsi pienamente una idea delle proposte in campo, ma anche ai candidati di organizzare riunioni e comizi: un obiettivo che non sarebbe stato possibile raggiungere se la campagna elettorale si fosse svolta durante le festività".

In tal senso l'ex sottosegretario allo sport sottolinea che "non a caso, nella storia Repubblica non si è mai votato nel mese di gennaio. Tra l'altro, questo avrebbe comportato grossi problemi per il funzionamento degli uffici pubblici preposti alla organizzazione e al controllo delle elezioni.

Tutto ciò considerato, la prima data utile possibile è risultata quella del 10 febbraio". "Faccio notare infine che la decisione è stata adottata in un tempo breve essendo le consultazioni cominciate nel mese di settembre, impossibilitati a farle ad agosto per il periodo di ferie, e tenendo solo conto di dati oggettivi senza che nessuna considerazione di ordine politico potesse influenzare la scelta della data".



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