Riaperto il Museo dei fossili e delle ambre di San Valentino

Grazie alla omonima Associazione culturale

15 Luglio 2008   17:55  

Ha ripreso l’attività l’Associazione Amici del Museo dei Fossili e delle Ambre di San Valentino. Costituita nell’ottobre del 2004, l’Associazione ha nei giorni scorsi rinnovato le cariche, eleggendo il nuovo Direttivo composto da Beniamino Gigante (presidente), Enio Taglieri e Dario Catalano

(vicepresidenti), Ezio Antonucci, Simona Primavera, Enzo Federico, Sabrina Matrisciano, Adalgisa Pieraccini, Antonietta Ferrari (consiglieri) e Paolo Ruvolo (segretario).

Il primo impegno preso dall’Associazione, in collaborazione con l’Amministrazione comunale guidata dal nuovo sindaco Angelo D’Ottavio, è stato quello di garantire la riapertura del Museo nei giorni di sabato e domenica dalle 17 alle 20, oltre a un giorno infrasettimanale per visite guidate delle scuole o richieste dall’Amministrazione, attraverso un accordo approvato nei giorni scorsi.

Il Museo dei Fossili e delle Ambre è stato costituito con il materiale proveniente dalle collezioni private Santoli-Tanfi per i fossili e Coccato-Antonucci per le ambre, cedute gratuitamente al Comune di San Valentino.

I reperti sono ospitati nel settecentesco Palazzo Delfina Olivieri de Cambaceres.

Il Museo è suddiviso in tre sezioni, quella dei fossili, una parte dedicata alla storia della presenza dell’uomo sulla terra e infine la sezione delle ambre, suggestiva e l’unica in Italia organizzata in un museo.

I fossili rappresentano l’evoluzione della vita sulla terra nel corso di centinaia di milioni di anni. La parte più pregiata è quella delle ambre, vere e proprie foto preistoriche, grazie alla resina, fossile vegetale prodotto perlopiù dalle conifere, che ha permesso di trasmetterci insetti e piante inglobati nelle calde trasparenze magiche dell’ambra.

Il Museo dei Fossili e delle Ambre, per il quale molto si era impegnato Gianni Ammirati sindaco di San Valentino deceduto lo scorso anno, fa parte del “Progetto Pangea”, una rete di musei italiani di cui fanno parte il Museo di Storia naturale dell’Università di Pisa, il Museo civico di Rovereto, il Museo geopaleontologico di Lerici, impegnati dal 2006 in un programma di salvaguardia del patrimonio paleontologico rinvenuto in un vasto territorio dell’Argentina, la Patagonia del nord, dove è stato portato alla luce un cimitero di titanosauri erbivori, di lunghezza compresa tra i 18 e i 22 metri. 

L’Associazione si occuperà di attività di sensibilizzazione per la tutela del patrimonio geopaleontologico, archeologico, storico-artistico presente sul territorio anche con proposte di campagne di scavo e la promozione di attività di educazione ambientale e di divulgazione storica e scientifica per le scuole.

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