Ricostruzione, Ance: "Favorire le imprese locali, puntano tutto sulla legalità"

04 Ottobre 2013   13:44  

"Che ci si debba difendere dalle imprese mordi e fuggi, che non lasciano valore aggiunto sul territorio, e da quelle che mirano ai contributi della ricostruzione per risanare bilanci disastrati e poi lasciare i lavori a metà con tutte le conseguenze per i cittadini, ANCE L’Aquila lo dice da tempo. Ma non solo lo dice, lo persegue direttamente come uno degli obiettivi prioritari in tutti i tavoli istituzionali, governativi, tecnici a cui partecipa da quattro anni e mezzo.

Ci fa piacere che anche Confindustria sia dello stesso parere ma forse la ricetta proposta, quella di impedire alle imprese di andare oltre un tetto di commesse è una soluzione ingenua ed illusoria".

Lo spiega in una nota il presidente di Ance L'Aquila, Gianni Frattale che prosegue: 

"Il tema, e gli edili lo sanno, è stato sviscerato in tutte le sue sfumature nei tavoli con il Ministero per la Coesione Territoriale, competente per la ricostruzione tramite il Capo Dipartimento Aldo Mancurti. C’è grande sensibilità su questo obiettivo, ma pochi strumenti legittimi. Ogni tentativo legislativo di limitazione dei lavori per un’impresa si scontra con le regole del libero mercato e della libertà d’impresa. Una simile imposizione quindi aprirebbe contenziosi immediati e sicuramente perdenti per l’amministrazione e per gli imprenditori locali. Non si può impedire ad un’impresa sana che ha sempre rispettato i patti contrattuali e riconsegnato lavori di qualità e per tempo di acquisire commesse, di crescere e di creare lavoro e sviluppo nel Paese. E sorprende che sia proprio Confindustria a proporlo.

Quello che possiamo fare invece è far leva sulle nostre credenziali d’imprenditori che hanno la loro storia lavorativa e personale ben radicata nel territorio. Nel nostro territorio regionale, storicamente lontano da contaminazioni della criminalità, la credibilità d’impresa e la reputrazione possono fare la differenza.

"Per questo ANCE L’Aquila da sempre insiste sulle politiche di legalità e trasparenza come il rating, una specie di pagella pubblica di qualità sulle capacità reali di un’azienda; l’elenco degli operatori, liste di imprese sane e controllate, depositate nelle prefetture; le polizze assicurative e fidejussorie sui cantieri per coprire i rischi di ritardi e lavori non eseguiti o eseguiti male ed altri validi strumenti contrattuali su cui il cittadino e le amministrazioni possono far leva.

Sul rispetto di queste regole sfidiamo le imprese di fuori. Perché sul rispetto di queste regole la competizione non è fra imprese grandi o piccole, locali o forestiere, ma fra imprese oneste o meno.

Se ostacoli si vogliono mettere, possono essere solo ostacoli all’illegalità. Per il resto è il cittadino comittente, che sceglie a chi affidare i lavori, a dover fare scelte oculate.

Le imprese iscritte ad ANCE sono in grado di fornire certezze ai committenti proprio per le politiche cui abbiamo improntato il nostro contributo alla ricostruzione, lavorando in continua sinergia con le istituzioni agli strumenti di garanzia e controllo".


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