Ricostruzione, Cialente: "Basta commissari". Macerie, Moroni: "Rimozione al palo, colpa del governo"

Il dibattito alla Festa della cultura del Pd

06 Luglio 2011   22:31  

"C'è una prima fase in cui un commissario serve, ma non è possibile che dopo più di due anni ci sia un territorio della Repubblica Italiana che sia commissariato". Così il sindaco Massimo Cialente durante il dibattito sulla ricostruzione organizzato nell'ambito della Festa della cultura del Pd moderato da Giustino Parisse de Il Centro.

"Io stasera vado a dormire a trecento metri da qui, loro ripartono. C'è una differenza profonda tra il pathos che ci mettiamo noi e quello che ci mettono loro" ha aggiunto il sindaco riferendosi al commissario Gianni Chiodi, al suo vice Antonio Cicchetti ed a tutte le "menti" della struttura che governa la ricostruzione.

"Intermediari cinici che la sera se ne rivanno a casa" li definisce l'assessore Stefania Pezzzopane, che rincara la dose : "Non avremmo l'emergenza che abbiamo se l'Ater avesse sistemato i propri alloggi. Non si può chiedere al privato di fare presto e bene se il pubblico impiega due anni per riparare una palazzina".

In base alle ordinanze in vigore "abbiamo una tutela di gente che utilizza la casa nel solo fine settimana e disperati che invece stanno per strada" aggiunge.

"Il rifacimento delle 'A' e delle 'B' non è ricostruzione, ma straordinaria manutenzione" incalza Parisse.

"Si vogliono allungare i tempi per non mettere atri soldi prima del 2013" argomenta l'assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano, prima, cioè, che cambi governo. Il "50% della manovra che si sta facendo servirebbe alla ricostruzione - spiega - è il primo caso in cui un governo vuol fare la ricostruzione con una sola legge, mentre negli altri casi si è fatta la prima legge, poi poteri agli enti locali, quindi nuove successive leggi. Il piano di ricostruzione - spiega - non era previsto nel decreto 39 poi convertito in legge, è subentrato con un emendamento durante la discussione in Senato".

"Il Comune non ha mai detto di 'no' al piano di ricostruzione, abbiamo semplicemente provato a fare un discorso diverso che prevedesse la ripianificazione di singole aree" spiega Di Stefano.

"Ci sarà un momento in cui qualcuno si alza e dice 'adesso fate fare anoi' o no?" dice il sindaco. "Letta - aggiunge - è l'unico avversario che riconosco perchè qui ci ha messo le mani, lui può venire qui e dire 'Cialente è un codardo'. Altri no, compresi alcuni di centrosinistra. Io ho dimenticato le facce di alcuni consiglieri regionali di centrosinistra. Un altro anno così non lo reggiamo".

Anche la classe dirigente di questa città "deve schierarsi, non si può aspettare che cambi il vento, perchè sarà troppo tardi" aggiunge il sindaco.

MACERIE

"Per la prima volta le macerie del terremoto sono stati trattati dalla legislazione come rifiuti urbani" ha spiegato l'assessore all'Ambiente Alfredo Moroni ripercorrendo le tappe della vicenda.

"La legge diceva che nel caso di inerzia dei Comuni, che sono responsabili, sarebbe stato esercitato il potere sostitutivo da parte del governo e quindi della Protezione civile. Tre erano i possibili siti inizialmente individuati dove potevano essere messe le macerie, poi ridotti ad uno solo dal Cnr, che è la cava ex Teges".
Quindi una serie di lacci burocratici ritardano e complicano la situazione. "Da agosto 2009 a febbraio 2010 abbiamo rimosso 5 o 600 tonnellate al giorno, oggi se ne tolgono circa duecento" dice Moroni.

Per il Pd, insomma, l'ennesima boutade, con il governo che arrivò in pompa magna a L'Aquila col ministro Prestigiacomo a due giorni dalle elezioni annunciando l'impegno di Palazzo Chigi che avrebbe dovuto risolvere definitivamente il problema.

Il problema, naturalmente, non è stato risolto nè "sono arrivati risorse o mezzì - spiega Moroni - finchè nel febbraio scorso non è intervenuta una ordinanza che, di fatto, commissaria i Comuni. Non abbiamo potuto esercitare alcun potere. Dal 18 febbraio il commissario (Giuseppe Romano, ndr) è stato nominato da solo qualche giorno: hanno impiegato sei mesi solo per nominare un commissario".

Ad oggi è sempre e solo quello della ex Teges l'unico sito che accoglie le macerie.

(MS)


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