Ricostruzione, comitato 3e32: "Fondo per economia e sociale per ridurre diseguaglianze"

16 Luglio 2012   12:51  

Il comitato 3e32 ha inviato ai collaboratori del Ministro per la Coesione Territoriale una proposta di emendamento da inserire nella cosiddetta “Legge Barca”.

"La nostra proposta - informa una nota - prevede la creazione di un fondo per l'economia e per il sociale, volto alla creazione di nuove opportunità lavorative per i giovani, nei settori chiave della rinascita del territorio: culturale, sociale, ambientale, turistico, sportivo, della ricerca, della eco-sostenibilità, della tutela della salute di comunità. Il fondo, sotto il diretto controllo del Ministero che ne garantirà un’amministrazione ed una assegnazione trasparente, favorirebbe la nascita di cooperative e imprese, e la creazione di nuove figure professionali, per le fasce sociali più deboli: giovani, disoccupati, cassa-integrati e precari, anche attraverso partenariati tra pubblico e privato.

Per la creazione del fondo proponiamo le decurtazione di una piccola percentuale sugli appalti di costruttori e tecnici che lavoreranno nella ricostruzione (progettisti, amministratori di condominio, presidenti di consorzi), applicata in maniera progressiva rispetto al numero di appalti/pratiche gestiti/e. Di contro sarà garantito a questi soggetti tempi ridotti e certi nelle modalità dell’erogazione dei pagamenti. In questo modo le risorse che arriveranno nel nostro territorio durante il processo di ricostruzione saranno in parte redistribuite e contribuiranno al rilancio economico, sociale, ambientale e culturale di tutto il cratere.

Altrimenti di questo passo si corre il rischio che alcune fasce sociali si arricchiscano mentre altre, in particolare i giovani, siano costrette a lasciare il territorio in cerca di prospettive ed opportunità di lavoro. Siamo convinti che questa proposta, se applicata, creerebbe nuove opportunità oltreché servizi per tutta la comunità, dando nuove prospettive e mezzi concreti per la realizzazione di idee e progetti delle tante menti che continuano a dover abbandonare questo territorio per mancanza di possibilità, spazi, ascolto.

La nostra visione è opposta, fare della ricostruzione de L’Aquila un laboratorio di sperimentazione delle migliori pratiche nazionali ed europee, nei campi della cultura, dell’ambiente, del sociale. Dopo il terremoto tante energie e idee sono nate autonomamente e sono cresciute, attraverso numerosi ostacoli, trasformando in maniera partecipata e creativa il tessuto del nostro territorio, è la dimostrazione che capacità e competenze non mancano a questo territorio, ma bisogna avere il coraggio di sostenerle".


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