Ricostruzione dell'Aquila: nuovo vertice sulle infiltrazioni mafiose

16 Novembre 2010   12:13  

Il problema delle infiltrazioni della malavita organizzata nella ricostruzione post terremoto sarà al centro di una riunione che si svolgerà stamani tra il prefetto dell'Aquila, Giovanna Iurato, e i vertici regionali e provinciali dell'Aquila della Guardia di Finanza, in particolare il comandante regionale, Nunzio Antonio Ferla, e quello provinciale, Giovanni Castrignanò.

Sul tema la guardia è molto alta e si susseguono gli incontri dopo il vertice blindato promosso nei giorni scorsi dal procuratore distrettuale antimafia, Alfredo Rossini, il quale sulla problematica ha detto che "tutto è coperto dal segreto istruttorio". Il prefetto Iurato coordina il pool istituito dopo il terremoto del 6 aprile 2009 che ha la competenza di prevenire possibili infiltrazioni mafiose in quello che è considerato il cantiere più grande d'Europa.

Il problema è diventato emergenza dopo che l'inchiesta della procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria che ha portato all'arresto di 34 persone affiliate alla 'ndrangheta e che ha fatto emergere l'esistenza di società in odore di 'ndrangheta che hanno tentato di entrare negli appalti privati milionari rappresentati dai condomini con danni piu' gravi: le intercettazioni telefoniche hanno fatto emergere che la 'ndrangheta punta ad entrare sul mercato aquilano anche attraverso gli amministratori di condominio visto che il gancio aquilano e' risultato Stefano Biasini, piccolo imprenditore, figlio di Lamberto, amministratore di condominio di punta.

Stefano Biasini è amministratore della società Tesi, nella quale il 50% delle quote è detenuto dal commercialista calabrese Carmelo Grasso, considerato prestanome di Santo Giovanni Caridi esponente del cartello mafioso: entrambi sono stati arrestati nell'ambito dell'inchiesta della procura distrettuale di Reggio Calabria. Le carte sono state chieste dalla procura distrettuale dell'Aquila che, tra le altre cose, sta vagliando la posizione di Stefano Biasimi. Per i pm antimafia aquilani le insidie maggiori, oltre che dalla 'ndrangheta, arrivano dalla camorra. Tre aziende sono state individuate dalla procura che sta svolgendo indagini approfondite


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