Ricostruzione: è "bellum omnium contra omnes" ma la terra trema e la città chiede solo sicurezza

19 Ottobre 2011   11:15  

Per vivere a l'Aquila dove la terra trema, che lo si voglia o no, e dove ha tremato anche questa notte con una scossa di magnitudo 3.3 alle 23.14, si deve essere sicuri di abitare in una casa che regga. Qui si deve ricostruire una città dilaniata dal sisma del 6 aprile 2009 e gli attori della ricostruzione si ricorrono tra accuse, che nulla sembrano avere a che fare con l'unico obiettivo possibile: la sicurezza. Invece si fanno illazioni, polemiche da tutte le parti. Nel Paese si chiede unità e decisionismo per uscire dal guado, e L'Aquila non è diversa dal resto dell'Italia: qui come altrove regna l'hobbsiano bellum omnium contra omnes la guerra di tutti contro tutti.

Gli ultimi colpi di fioretto tra i due principali attori, il sindaco Massimo Cialente e commissario per la ricostruzione Gianni Chiodi che accusa “Il Consiglio comunale dell'Aquila è messo in condizione di lavorare, solo che non vediamo niente. Vedo cose confuse, parole stereotipate: turismo, cultura, parole che diciamo sempre.” E si rivolge alla comunità aquilana “Se c'é e ha una qualità che si possa esprimere in un atto di programmazione del territorio, allora che bussi: è il momento di farlo".

Ma stavolta sbotta Cialente “Io presento carte e argomenti specifici e Chiodi se ne esce con affermazioni generiche, propagandistiche. Il commissario non ha colpe per ciò che dice, perché non sa neanche di cosa stiamo parlando.”

E nelle ultime è scacco per il Comune nei confronti della struttura commissariale e protezione civile, con cui sta mettendo mano ad una nuova, attesissima ordinanza, che metta ordine nella ricostruzione dei condomini fuori dal centro storico. Il comune aveva chiesto 48 mesi per completare i lavori, saranno invece 24 come stabilito in origine, aveva chiesto una struttura ad hoc per verificare i progetti, ma non ci sarà. I cittadini potranno chiedere contributi con assoluta urgenza presentando una garanzia personale, non quindi una fideiussione. Sì, ma l'ordinanza è ancora una bozza. “Sono trascorsi 48 giorni dall'annuncio della soluzione e l'ordinanza che doveva tagliare i tempi e' ancora in bozza- dice il presidente dell'ance Frattale - Eppure il sistema delle ordinanze era stato preferito alle leggi perché veloci e plasmabili. Di pazienza né è rimasta poca, è insopportabile leggere polemiche, mentre ottomila operai rischiano di tornarsene a casa.” La casa che molti si chiedono quando e se rivedranno


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