Al nostro microfono il dirigente regionale Franco Gerardini spiega punto per punto cosa intende fare la Regione per evitare all'Abruzzo l'emergenza rifiuti, inevitabile se non si agirà in modo eficace e tempestivo
Bisogna partire da una constatazione: le discariche in attività hanno un solo un anno di autonomia, fino alla primavera 2012.
Queste le discariche attive e relativa capienza:
Cerratina ( Lanciano) - 160.000
Casoni ( Chieti) - 100.000
Valle Cena (Cupello) - 17.000
Topanico ( magliano dei marsi) - 5.000
Noce mattei (Sulmona) - 30.000
Colle Cese (Spoltore) 70.000
Per evitare l'emergenza bisogna dunque subito attivare le tre nuove discariche a Gioia dei Marsi, Atri e Notaresco, tutte già autorizzate, per una capacità di circa 900mila metri cubi.
Occorre immediatamente riattivare tutti gli impianti di trattamento della frazione organica. Ad oggi tre impianti di riciclaggio su cinque sono fermi
Poi occorre ampliare di un 10 per cento quelle esistenti.
E aprire altre piccole discariche, molte di esse in fase di valutazione VIA.
Poi bisogna assolutamente arrivare al 60% di raccolta differenziata.
''Siamo fermi al 30 per cento - afferma Gerardini - mentre la normativa nazionale prevede una media del 60%, l’Abruzzo resta ben sotto gli standard nazionali''
A regime con il nuovo sistema di discariche con capienza complessiva oltre 3.000 metri cubi, la raccolta differenziata al 60%, l'Abruzzo avrà per sempre risolto a costi accettabili la sempre incombente emergenza rifiuti.
C'è anche un piano B. Spiega l'assessore Di Dalmazio: ''Abbiamo assunto la disponibilità extraregione di alcune discariche pronte a ospitare rifiuti. Questo è un elemento che potrebbe essere utile in caso di emergenza derivante dalla mancata osservanza della programmazione regionale, ma è stato utile anche per dare un indicatore di mercato sui prezzi e i costi degli operatori fuori regione.''
Alla domanda: ''costruirete termovalorizzatori?'' sia il dirigente Gerardini sia l'assessore Di Dalmazio rispondono che si sta studiano la possibilità di introdurre nella filiera nuovi sistemi di recupero energetico, par di capire, non impattanti come i vecchi e problematici termovalorizzatori.