Rifiutopoli: ecco il perchè del sequestro dei terreni Te.am

Luca Pompei per il tg di Rete8

08 Novembre 2010   14:01  

Sigilli a scopo preventivo sui terreni della Te.Am. l'area in cui sarebbe dovuto sorgere l'ormai noto impianto di bioessiccazione al centro dell'inchiesta sui rifiuti della Procura di Pescara e che ha portato all'arresto ai domiciliari del noto imprenditore Rodolfo Di Zio e dell'assessore regionale alla sanità Lanfranco Venturoni.

Un provvedimento quello del Gip che, facendo proprie le ragioni del pool di magistrati coordinato dal procuratore capo Trifuoggi e composto dai due sostituti Mantini e Varone, giunge a pochi giorni dalla decisione del tribunale del riesame sul ricorso presentato dai legali di Venturoni sulle severe condizioni imposte all'obbligo di dimora che non gli consentono di tornare ad occuparsi dell'attività amministrativa. A confermare la linea dura di Procura e Tribunale anche il rigetto dell'istanza di scarcerazione per Di Zio. Il patron della Deco resta ai domiciliari perché, secondo il Gip Campli, resta il pericolo di reiterazione del reato.

Motivo del sequestro preventivo dei terreni in località Terrabianca: costituiscono, secondo l'accusa, il corpo del reato e la loro libera disponibilità in capo a Venturoni rischia di aggravare le conseguenze del presunto peculato che l'assessore regionale avrebbe commesso sottraendo 30 mila euro dalla Team, di cui era presidente del Consiglio d'amministrazione, e versandoli alla Deco quale prezzo corrispettivo per l'acquisto del 60% della Tecnologyl srl, società costituita nel 2007 dai fratelli Di Zio, che dopo appena una settimana viene trasformata in Team Tecnologie ambientali, un vorticoso percorso, secondo l'accusa, per consentire, attraverso il partenariato privato-pubblico, ai Di Zio di costruire e gestire il termovalorizzatore. "Dal momento che i terreni sono stati conferiti in conseguenza dell'illecito acquisto di partecipazione societaria – recita l'ordinanza di sequestro – costituiscono oggetto di un atto di ulteriore spoliazione dell'ente pubblico". Ecco in sintesi perché non viene concesso nulla alle difese ed il provvedimento di sequestro costituisce un atto più che ponderato rispetto ad un quadro tutt'altro che offuscato da dubbi – precisa la Procura – anche rispetto ai chiarimenti forniti dall'ingegnere Carlo Taraschi, ascoltato nei giorni scorsi dai magistrati, che diede una stima di 671 mila euro per l'acquisto del terreno da parte della Team Tec, cifra non congrua rispetto al milione e centomila euro pagato dalla Team nel 2008, secondo l'accusa, visto che si riferiva solo all'avviamento industriale degli immobili e non al valore dei macchinari.


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