Risolta la vertenza Sixty, ma i sindacati restano scettici

07 Giugno 2013   13:05  

A pochi giorni dalla risoluzione della vertenza relativa alla Sixty di Chieti Scalo per la cassa integrazione, la questione continua ad essere oggetto di dibattito e perplessità da parte dei sindacati, riunitisi stamani in una conferenza stampa presso la sede Cigl di Chieti.

Presenti rappresentanti di tutte le sigle sindacali: Giuseppe Rucci  (Filctem-Cigl), Maurizio Sacchetta (Uilta-Uil), Ettore Di Natale (Femca-Cisl), Marino D'Andrea e Carmela Carmeno (Rsu-Cigl), per ibadire la loro impressione secondo cui, anziché una svolta, la vertenza rappresenti solo un punto di partenza per la soluzone definitiva della vicenda.

"Abiamo convocato tale conferenza essenzialmente per ripuntualizzare alcune questioni circa la cosiddetta risoluzione della vertenza", ha esordito Rucci, "poiché definendola anticipazione di vertenza sembrerebbe quasi non dare il giusto merito alla battaglia condotta per mesi dal Rsu e dai lavoratori dell'azienda".

Secondo Rucci, "se l'azienda, infatti, avesse davvero voluto farsi carico dell'anticipazione avrebbe potuto inserirla nel piano concordatario, mentre ciò é avvenuto in seguito al mancato inserimento di alcuni lavoratori disoccupati. E' stata una conquista raggiunta con tenacia, ma una goccia nel mare. Noi, comunque, continueremo a batterci per il Newco, uno degli eventuali omologhi della Sixty, che coinvolgerebbe 60 lavoratori in due differenti periodi di assunzione (50 nel primo e 10 nel secondo). La Sixty ha inoltre assicurato di aver presentato un piano per il bando Start-Up, che se vinto prevederebbe la creazione di due società satelliti, e la nostra preoccupazione al riguardo é relativa alla sistemazione di coloro che resteranno fuori dall'accordo, circa 300 lavoratori. Un altro punto che ci lascia perplessi é la nomina di Domenico Gentile, ex responsabile del personale della Sixty, a vice presidente di Sistema Moda, riportando così la Sixty sotto l'influenza di Confindustria. Chiederemo presto un incontro per avere chiarimenti, ed in più auspichiamo che i magistrati ed il prefetto verifichino se quanto fatto sinora dalla Sixty é stato legale o illegale. Non si tratta di accanimento contro l'azienda o contro la persona di Gentile, ma di una semplice risposa di merito cui abbiamo diritto".

A seguire le dichiarazioni di Di Natale, secondo cui "abbiamo fatto il possibile dal punto di vista sindacale, ma per un Patto Sociale autentico occorre il supporto di tutte le parti, istituzioni comprese, per il bene di tutti i disoccupati e cassaintegrati. Vogliamo conoscere gli esatti contenuti e le tempistiche del Newco e dello Start-Up, ma soprattutto abbiamo a cuore la sorte dei 200 lavoratori che ne rimarranno fuori, che potrebbero essere tutelati qualora si creasse un pool di aziende all'interno della Sixty bisognose di alte professionalità nel settore tessile".

D'Andrea ha invece voluto porre l'attenzione "sull'effettiva volontà della Sixty di rimanere in questo territorio, su cui nutriamo dubbi, e stesso dicasi per il sistema di ricollocazione dei dipendenti più deboli nelle aziende satellite, che dovrebbero assumere personale per massimo 25 unità ciascuna. Oltretutto, la magistratura é stata sinora completamente silente su una situazione che presenta diversi punti poco chiari: del resto, se la Sixty fino al 2006 vantava un fatturato di 700 milioni di euro ed era vicina all'ingresso in Borsa, mentre oggi deve guardarsi da 4.000 creditori, questo vorrà pur dire che qualcosa di strano é successo davvero".

Lorenzo Ciccarelli

 

 


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