Risoluzione Sel contro legge 107 su riforma istruzione

04 Agosto 2015   15:49  

Una risoluzione di Sel contro la L. 13 luglio 2015, n. 107 (Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti). Il provvedimento presentato dal Gruppo consiliare di Sinistra Ecologia Liberta' intende impegnare la Giunta regionale affinche', sentiti gli Uffici legislativi della Giunta e del Consiglio regionale, sollevi la questione della legittimita' costituzionale della Legge 107 approvata recentemente dal Parlamento. "L'articolo 127 della Costituzione" dichiara il capogruppo Sel e assessore Regionale Mario Mazzocca "offre questa facolta' alle Regioni e noi crediamo che in questo caso la si debba cogliere, perche' la legge 107 presenta, come e' stato rilevato da piu' parti, dubbi profili di legittimita' costituzionale, a partire dalle norme sul personale e sulla gestione e amministrazione della scuola. Ma non solo: il comma 44 - sempre secondo l'assessore - lede il riparto di competenze in materia di formazione professionale, che, come e' noto, e' riservato in via esclusiva alle Regioni dal terzo comma dell'articolo 117 della Costituzione". "Negli ultimi vent'anni" continua il proponente Mario Mazzocca "sono cambiati molti ministri dell'istruzione, ma tutti hanno avuto in mente lo stesso progetto: la distruzione della scuola pubblica. Ora, con la pubblicazione della 107, e' terminato questo lungo e lineare work in progress: finalmente riescono a rompere definitivamente il nesso costituzionale tra istruzione e uguaglianza, istruzione e liberta' di insegnamento, istruzione e democrazia. Basti pensare all'obbligatorieta' dei percorsi di alternanza scuola-lavoro; allo svuotamento delle funzioni e dell'autonomia degli Organi collegiali della scuola a vantaggio del dirigente scolastico, organo monocratico che stabilisce gli indirizzi per le attivita' della scuola e le scelte di gestione e amministrazione; al diverso trattamento riservato a categorie di lavoratori sulla carta omogenee. Per non parlare, conclude Mazzocca, della vaghezza e dell'elevato numero di deleghe che il Governo ha chiesto al Parlamento su un'infinita' di materie, tanto da vanificare il fine per il quale l'articolo 76 della Costituzione delega l'esercizio della funzione legislativa al Governo".

Sulla risoluzione e' intervenuto anche Tommaso Di Febo coordinatore regionale Sel che ha dichiarato: "Dopo l'approvazione della legge N. 107/2015 voluta da Renzi, tutto il mondo della scuola e' in forte mobilitazione e per questo che attraverso il nostro rappresentante istituzionale Mario Mazzocca abbiamo presentato una risoluzione che impegna la giunta regionale a promuovere, sentiti i competenti uffici legislativi, la questione di legittimita' costituzionale sulla legge n. 107/2015". Continua Di Febo: "Il governo Renzi non ha tenuto minimamente in considerazione le richieste del mondo della scuola comportandosi in maniera arrogante e prepotente nel fare approvare una riforma che e' il punto di arrivo della riforma scolastica avviata dalla Gelmini e che lascia irrisolte molte evidenti criticita'. Appare chiaro che l'autonomia finanziaria degli istituti scolastici, a seconda dei territori, di fatto andra' a peggiorare la situazione con scuole che avranno piu' vantaggi economici e altre meno". Infine, conclude Di Febo: "La riforma della scuola invece doveva mettere al centro tutto cio' che in questi anni le era stato sottratto. Gli insegnanti e il mondo della scuola la riforma la volevano e la vogliono veramente, ma giustamente per cambiare e per rendere un servizio in grado di rispondere ai nuovi bisogni e per avere un'istruzione al passo con i tempi con una scuola pubblica efficiente. Invece la riforma fatta dal governo Renzi distrugge la scuola pubblica definitivamente". Annalisa Settimio coordinatrice Sel Chieti da sempre impegnata contro questa riforma della scuola ha rilasciato sul punto un breve commento: "I percorsi di alternanza scuola-lavoro, tanto cari al Ministro Giannini, sono una vera e propria violazione del diritto allo studio e possono essere visti come una sorta di sfruttamento del lavoro e non si esclude che si possa tornare ben presto a forme equivalenti all'avviamento professionale. Gli studenti delle scuole superiori saranno obbligati ad esperienze lavorative che saranno poi valutate in sede di esame di stato. Da insegnante di Liceo ritengo che gli studenti debbano aderire liberamente a tale percorso per dedicare, come meglio credono, il proprio tempo alla loro formazione personale".


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