Roberto Straccia, il silenzio del mare e i misteri della morte

Mercoledi l'autopsia

08 Gennaio 2012   16:56  

I familiari di Roberto Straccia sono tornati la scorsa notte nella loro casa di Moresco (Fermo) da Bari, dove ieri e' stato ripescato in mare il corpo di un giovane che dovrebbe essere quello dello studente ventiquattrenne scomparso il 14 dicembre scorso mentre faceva jogging a Pescara.

Il padre Mario, la madre Rita e la sorella Lorena dovrebbero tornare in Puglia nei prossimi giorni, forse martedi' o mercoledi', quando dovrebbe essere effettuata l'autopsia sul corpo, che indossava i vestiti di Roberto (k-way azzurro, pantaloncini rossi con una banda laterale bianca, scarpe sportive grigie) e che pero' non e' stato identificato ufficialmente. Intorno ai familiari fanno quadrato gli amici di Roberto, che hanno partecipato in modo attivo ad iniziative di ricerca e fiaccolate.

Oggi si dovrebbero riunire tutti a casa Straccia. Intanto, cosi' come i parenti di Roberto, l'intera comunita' di Moresco respinge l'ipotesi del suicidio. ''Noi non ci crediamo - dice il sindaco Amato Mercuri, dando voce a tutto il paese -, e' un'ipotesi che, si', rimane in piedi, ma che deve essere dimostrata''.

La procura di Bari intanto ha aperto un fascicolo con l'ipotesi di reato di istigazione al suicidio, un espediente tecnico necessario per portare avanti le indagini. Ma quasi sicuramente l'inchiesta tornerà a Pescara dove i magistrati stavano indagando per sequestro di persona. Gli investigatori del capoluogo abruzzese, fin dal primo giorno, erano convinti che il giovane era da cercare in mare, perché vittima di un malore o di una crisi personale che l'avrebbe portato al suicidio. Ma nel mezzo c'è un fitto mistero pieno di particolari inquietanti.

Su Repubblica Giuseppe Caporale riasume i dubbi e gli indizi su cui ruoterà l'inchiesta:

'' Nel 2004  -  secondo quanto appurato dalla Procura di Fermo  -  Roberto, all'età di diciassette anni avrebbe tentato il suicidio nella casa di famiglia, ingerendo una Sprite alla quale avrebbe aggiunto dei pesticidi trovati nella piccola azienda agricola del padre Mario. Si sarebbe chiuso nella sua stanza ma fu salvato dai familiari. A questa ricostruzione dei fatti la famiglia si è sempre opposta, sostenendo che la Sprite era contaminata già al momento dell'acquisto.

La notte del marzo del 2009, Roberto si presentò al pronto soccorso di Pescara con gravi ecchimosi al volto e in stato confusionale. "Aveva bevuto ed era ubriaco..." racconta Angelo De Gruttola, 23 anni, suo coinquilino e amico più stretto "e forse aveva battuto la testa per strada". Per la famiglia invece aveva bevuto e aveva battuto la testa in casa (quella che a Pescara condivide con gli altri studenti). "Erano evidenti segni di colluttazione", racconta oggi il primario del pronto soccorso di Pescara, Alberto Albani, sfogliando il referto. Era ubriaco e nel referto la parola "amnesia momentanea" è stata scritta solo per mettere nero su bianco che alla domanda su cosa era successo, il ragazzo aveva risposto: "Non ricordo". Gli amici dissero ai medici di averlo trovato per strada quasi svenuto. Roberto rimase due giorni ricoverato in chirurgia.

Ma ci sono anche altri particolari. Roberto la sera prima di scomparire nel nulla per poi riemergere sulla costa di Bari aveva mandato un sms a Diletta Basili, ragazza del suo paese, Moresco. "Mi comunicò  -  mette a verbale Diletta  -  che in casa stava discutendo con un inquilino. Mi scrisse: non ti posso spiegare per telefono". I messaggi in uscita dal suo telefonino ritrovato a casa però erano stati cancellati: tutti. La mattina della scomparsa Roberto era stato in facoltà per informarsi sulla tesi di laurea; stava organizzando il capodanno a casa dei suoi genitori; aveva parlato con un amico d'infanzia al telefono poco prima di andare a correre. "Era sereno". E, racconta la sorella Lorena, non amava il mare: "Quasi non sapeva nuotare". Ma, proprio il mare, ieri l'ha restituito.''


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